Nei mesi scorsi – esattamente il 17 giugno 2017 – il capogruppo del PD in consiglio comunale, Giovanni Russo, aveva presentato un ordine del giorno (vedi foto) con il quale si chiedeva di rendere possibile la ripresa audiovisiva delle sedute del consiglio comunale cittadino della città capoluogo di provincia. Ordine del giorno che era stato sottoscritto da diversi consiglieri.
Nel testo Russo e colleghi aveva sottolineato come “la diffusione audio e video delle sedute del consiglio comunale avrebbe ampliato la partecipazione di tuti i cittadini all’attività politica favorendo la trasparenza e la pubblicità dell’azione amministrativa”. “Tale servizio – si legge ancora nel testo presentato da Russo – avrebbe potuto essere affidato “o direttamente al comune o da terzi autorizzati (…) seguendo le disposizioni di legge in materia di tutela del diritto alla riservatezza (Dlgs 196/2003) e di accesso alla documentazione amministrativa (L. 241/1990)”. “Gli audio -video – si legge ancora nel testo dell’odg in questione – sarebbero dovuti “essere riprodotti esclusivamente in forma integrale, senza modificazione alcuna, ad eccezione dei limiti imposti dal rispetto delle norme sulla tutela dei dati personali, in particolare quelli sensibili e giudiziari”.
“In linea di principio – si leggeva infine – il consigliere comunale eletto diventa nell’esercizio della sua funzione un personaggio pubblico per cui diventa diritto del cittadino essere informato del come egli adempie le funzioni assegnateli” e quindi “essendo evidente che l’esercizio delle funzioni di consigliere comunale trova la sua massima espressione nella partecipazione alle sedute del consiglio comunale appare indubitabile il diritto del cittadino a potervi partecipare anche attraverso le riprese audiovisive del civico consesso.”
Ebbene la maggioranza che sostiene l’amministrazione Costa evidentemente non la pensa così e difatti nell’ultimo consiglio comunale cittadino ha bocciato la proposta del capogruppo del Pd. Tredici i voti contrari e solo sette i favorevoli.
“La votazione – ci ha dichiarato lo stesso Russo – è solo l’ennesimo atto di arroganza di una maggioranza che si arrocca nelle sue posizioni, spesso a difesa dell’indifendibile. Non vedo francamente cosa ci sarebbe stato di male nel trasmettere le sedute del consiglio comunale. Un fatto che avrerebbe evitato ai cittadini di doversi recare di persona ad assistere alla riunioni del civico consesso e che avrebbe rafforzato il rapporto con gli eletti, come peraltro avviene in tante altre città o enti di governo superiori. Come se promuovere la trasparenza amministrativa possa essere vista come qualcosa di secondario e di accessorio quando invece è una delle basi dell’amministrare una qualsivoglia comunità”.
Da sottolineare infine che i lavori del consiglio comunale cittadino a Vivo sono stati ripresi e trasmessi per tantissimi anni fino all’amministrazione comunale guidata da Nicola D’Agostino, quando questa pratica di civismo è stata abbandonata.