La Chiesa della Santa Croce a Nicotera sorge su un antico luogo di devozione e preghiera che fin dal XVIII° secolo, specialmente durante il periodo della Quaresima, era meta dei fedeli, per via della presenza di un Calvario rappresentato da tre alte croci, e prima ancora, da un’unica croce costruita con alcune pietre – usanza prettamente di origine ebraica – come testimoniato dalla stampa del Pacichelli del 1703.(nella foto).
Fu aperta al culto il 3 Maggio del 1924 e restaurata e ampliata nel 1999. La costruzione originaria fu edificata da volontari di una confraternita cittadina, utilizzando materiale povero, essendo stata eretta con i cosiddetti “cantoni” che vennero portati in loco da una cava della vicina Caroni di Limbadi. Questa tipologia di materiale era utilizzata a quel tempo per la costruzione delle case coloniche e per le stalle ma nella realizzazione della chiesa in questione, le maestranze locali superarono se stesse, perchè oltre a scegliere per ciascun “cantone” la faccia migliore, li saldarono con perfetta precisione con i cocci rossi del mattone che avevano il compito, oltre che di saldatura, anche di decorazione e ornamentazione.
All’interno, si presenta ad un unica navata divisa in due vani e cioè il presbiterio e la sala dell’assemblea, delimitati da due corpi laterali, addossati alle pareti laterali esterne, di finte colonne, su cui si stagliano delle paraste. Il tutto coronato da un grande cornicione con cimasa aggettante.
Due campane di cui una grande e una più piccola, la cosiddetta Marticana, offerta dal penitenziere della Cattedrale, il canonico Saverio Di Giorgio. Dipinto di Cosma Russo, che raffigura la Santa Croce in presenza degli Apostoli, tela offerta in dono dal Penitenziere Saverio Di Giorgio.
Dal grande sedile circolare in muratura chiunque può fare piacevole sosta e ammirare il lungo rettifilo che conduce a Piazza Cavour con lo sguardo che può spaziare fino al Corso.
Tra i Rettori della Chiesa si ricordano il canonico e teologo Lorenzo Galasso, il canonico e penitenziere Saverio Di Giorgio, il canonico Giovanni Capria e il canonico Francesco Capria.