I numeri potranno anche apparire freddi ma hanno il pregio di dirci la verità sullo stato delle cose. Ora, che la Calabria si spopola come i suoi comuni, – terra che già ora rappresenta solo il 3% della popolazione nazionale – lo diciamo da anni. Quello che non si dice – al di là di una stretta cerchia di accademici, statistici e qualche politico illuminato – è che da qui, in un tempo relativamente breve, in termini statistici, interi paesi potrebbero scomparire o veder ridotta e invecchiata la propria popolazione, iniziando quell’infausto ciclo che conduce al’estinzione.
E invertire la dinamica demografica non è tanto facile come anche qualcuno in loco pensa. Questo paese ha infatti una perdita netta – solo nel saldo naturale di popolazione – di quasi duecento anime ogni decennio, perdita che si accentuerà per l’invecchiamento della popolazione e la riduzione della fascia di età in grado di generare figli e alla quale, dobbiamo poi aggiungere la perdita dovuta all’incessante emigrazione. E’ non è facile, anche data la situazione finanziaria del comune e per via del fatto che tra i cosiddetti “ceti possidenti” nessuno vuole investire sul futuro della città.
Eppure, intorno a noi, i comuni non stano fermi ma cominciano a muoversi. Lo strumento della fusione dei comuni nasce per esempio anche, non solo dalla necessità di razionalizzare un tessuto amministrativo che non può più sostenere ottomila enti locali, ma anche dal fatto che, fondendosi, gli enti locali ricevono forti incentivi finanziari.
Altri comuni nel frattempo stanno cominciando ad usare incentivi vari e la leva fiscale.
E’ il caso del comune di Nocera Tirinese (nella foto) – centro di 4 731 abitanti della provincia di Catanzaro in Calabria – che ha dato vita alla “Rete dei comuni del Savuto” (Altilia, Colosimi, San Mango, Motta, Nocera, Pedivigliano, Scigliano, Rogliano, Belsito, Melito, Grimaldi, e Cleto) – per usufruire di un finanziamento del Mise (50% a fondo perduto – 25% a fondo agevolato e 25% a carico del privato anche quelli sprovvisti di partita IVA) per sviluppare attività ricettive o di piccola impresa o artigianali per ripopolare i centri storici di questi borghi, potendo usufruire anche dello sgravio totale delle imposte per i primi dieci anni per Imu, Tasi, Tari, Tosap fino all’importo massimo di 4 mila euro. Agevolazione di cui può beneficiare pure il proprietario di un immobile che lo affitti a canone agevolato ad un imprenditore.
Vi sono poi altri comuni che utilizzano altri strumenti fiscali. Il Comune di Sarmede – 3 054 abitanti della provincia di Treviso (nella foto) – ha recentemente approvato un contributo straordinario a favore dei nuovi residenti che si vorranno trasferire nel paese. Tutti i giovani sotto i 35 anni d’età potranno infatti ottenere o un bonus di 500 euro se vorranno risiedere nel paese per almeno cinque anni, oppure uno da 250 euro se hanno già il proprio nucleo famigliare a Sarmede stesso e vogliono trasferirsi in un’altra abitazione rimanendo nella cittadina. Non solo. Il comune si è impegnato a concedere un bonus straordinario dato ai nuovi nati nell’anno 2017 e residenti in città. L’assegno in questo caso è di 400 euro se il nucleo famigliare ha un Isee non superiore a 30 mila euro. Il contributo si andrà quindi a sommare agli 80 euro mensili ricevuti dall’Inps. Se nasceranno due minori lo stesso anno, il contributo al secondo figlio sarà di 200 euro.
Un iniziativa simile l’ha anche attività il comune di Candela (nella foto) e la cosa ha attirato addirittura l’attenzione della CNN che ha intervistato il sindaco del piccolo paese di 2.790 abitanti della provincia di Foggia (nella foto). L’amministrazione comunale darà duemila euro a coloro che vorranno trasferirsi in questo borgo che ha perso 5000 abitanti in sessant’anni: 800 euro ai single, 1.200 euro alle coppie, dai 1.500 ai 1.800 euro ai nuclei familiari composti da tre membri e 2mila euro alle famiglie di 4 o 5 persone. Altri possibili incentivi economici per i nuovi residenti riguarderanno sgravi sulle bollette, iscrizione agli asili e tassa sui rifiuti. Unici requisiti per ottenere i bonus: prendere la residenza, affittare una casa e avere un lavoro con uno stipendio di almeno 7.500 euro l’anno. E sono già sei le famiglie che dal Nord Italia si sono trasferite a Candela.
A Ollolai, (nella foto) paese di 1300 abitanti in provincia di Nuoro, il comune, invece, ha lanciato un altra interessante iniziativa: vecchie case vendute a un euro. Quando dovevano stare lì a cadere – avranno pensato – meglio darle a qualcuno. Il sindaco inoltre ha triplicato il bonus bebè da mille euro: uno alla nascita, uno al primo anno e uno al secondo. E la cosa sta funzionando se la natalità prossima allo zero è in risalita. Case in vendita ad 1 euro anche nel comune toscano di Montieri dove però l’acquirente deve provvedere alla loro ristrutturazione entro tre anni, pena la restituzione.
A Stintino, 1600 residenti, in Sardegna (nella foto) l’amministrazione comunale invece della casa regala – si avete capito bene, regala – terra edificabile alle giovani famiglie in cambio dell’impegno a vivere in paese. E il primo lotto è stato assegnato ad una cooperativa di dodici soci. Pochi mesi fa, lo stesso sindaco, in una intervista, dichiarava che c’era già una graduatoria con quaranta domanda.
Molto interessante poi il progetto ““Bonus Housing 4 Young”, lanciato dal Comune di Mantova dedicato ai giovani fino ai 35 anni e alle coppie composte da due adulti la cui somma di età non superi i 70 anni, che stiano per stipulare, o abbiano stipulato da non più di tre mesi, un contratto di locazione ad uso abitativo a canone concordato o a canone inferiore rispetto al prezzo del canone concordato, nel territorio comunale. Ad ognuno dei 50 beneficiari, il comune ha deciso di comncedere un contributo di 4mila euro, per un totale di 200.000 euro.Il contributo verrà erogato al proprietario di casa al momento della sottoscrizione del contratto di affitto. Gli inquilini dovranno restituire al Comune 1.800 euro su 4.000 di contributo ricevuto dal proprietario, con una spesa mensile di 150 euro per 12 mesi, senza interessi. In cambio, i giovani interessati al progetto, dovranno impegnarsi per un minimo di 50 ore in un anno, in attività di cittadinanza attiva e di volontariato, che abbiano una positiva ricaduta sulla vita del quartiere e/o della città di Mantova, concordate con le associazioni del quartiere e con i servizi sociali. Il tutto, iscrivendosi ad una delle associazioni onlus iscritte all’albo provinciale dell’associazionismo, operanti preferibilmente nel quartiere in cui è collocata l’abitazione, oppure ad una delle associazioni onlus della città.
Infine nel piccolo comune di Gangi, in provincia di Palermo, il comune ha pensato di assegnare gratuitamente gli immobili vetusti per finalità turistico-ricettive o abitative con la sola condizione di restaurarli entro tre anni. Dal 2009, sono già 108 i fabbricati regalati di cui 30 già ristrutturati. I soggetti interessati devono solo sostenere tutte le spese per la redazione dell’atto di cessione (notarili, registrazione, voltura, accatastamenti, ecc.); predisporre il progetto di ristrutturazione e recupero dell’immobile acquisendo tutti i pareri necessari entro il termine di un anno dalla data di acquisto; iniziare i lavori entro il termine di due mesi dalla data di rilascio della concessione edilizia; stipulare polizza fidejussoria a favore del Comune di Gangi dell’importo di €.5.000,00 avente validità per anni tre a garanzia della concreta realizzazione dei lavori. In caso di inadempimento del cessionario, il Comune avrà la facoltà di incamerare la polizza o di acquistare la proprietà dell’immobile stesso.
Non si contano poi infine i comuni che concedono sconti sulle tasse locali alle attività commerciali o turistiche dei propri centri storici.
Insomma un modello a cui pensare anche qui dove sempre più saracinesche vengono abbassate e sempre più case si spopolano di abitanti.
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