“Premesso che può essere comprensibile l’atteggiamento del consigliere Taccone vista la giovane età e l’inesperienza politico amministrativa, pur volendo credere alla sua buona fede, il gesto rimane comunque ingiustificabile alla luce del personaggio oggetto del “tributo”, dell’efferatezza dei crimini compiuti in vita e nel sentimento di profondo cordoglio che bisogna avere nei confronti di tutte le sue vittime”.
E’ quanto afferma l’ex vice sindaco, Guido Ventrice, dopo che, in occasione della morte del boss Totò Riina, il consigliere comunale Mimmo Taccone, su Facebook, chiese “Un minuto di silenzio X lo zio Totò”.
“In un momento di completa sfiducia nelle istituzioni democratiche e repubblicane – afferma Ventrice -, un rappresentante dello Stato, (perché un ente locale è Stato) non può permettersi uno scivolone del genere. Ciò che fa ancor più riflettere e sdegnare è la mancata condanna “senza se e senza ma” da parte della politica locale; l’ambiguità dell’atteggiamento del primo cittadino è sconcertante proprio per la leggerezza con cui affronta la vicenda. Non è vero infatti che delle responsabilità si debba fare carico esclusivamente il “povero” consigliere Taccone, sempre in considerazione di immaturità ed inesperienza; il capo dell’amministrazione non può lavarsene le mani con cotanta superficialità, perché ne va dell’onorabilità di tutta l’onesta e laboriosa comunità”.
Ventrice incalza “Dopo quasi due anni di mala gestione dell’ente – dichiara -, almeno questa volta abbiate coraggio, perché c’è bisogno di una netta presa di posizione e di una piena assunzione di responsabilità. Con quale audacia è possibile chiedere un incontro al Prefetto Longo se si tende a minimizzare l’accaduto?”
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