Il prof. Vito Teti, noto antropologo e docente Unical si è trovato in questi giorni a Soriano e ha postato sui social una bellissima descrizione del presepe che si fa in questa città. Il post è stato poi diffuso anche dal sindaco Francesco Bartone e noi lo riproponiamo ai nostri lettori – integralmente.
Ho visto ieri sera, ancora una volta, uno dei più bei presepi del Sud d’Italia. A Soriano, nei locali della chiesa e del convento di S. Domenico. Sono i domenicani ad allestire il presepe che raffigura, racconta, riprende la vita dei paesi di un tempo.
Dalle “magnifiche rovine” del Convento di S. Domenico si vedono, appese, appicicate come un piatto di dolce natalizio, le case della confinante Sorianello, uno più affascinanti e incantevoli paesi.presepe della Calabria.
Presepe e paese erano inseparabili nella vita, nell’immaginario, nella cultura delle persone del passato. Il presepe riproduceva la vita del paese, con i suoi abitanti, il loro mestiere e le loro relazioni e il paese era modellato e immaginato, organizzato, con un’idea locale del presepe. Scrittori e studiosi (Alvaro, Silone, Strati, Levi, Zanotti Bianco, Isnardi, Lombardi Satriani, Russo) hanno messo in evidenza questa “sovrapposizione” tra abitato, idea dello spazio, cultura dell’abitare, senso religioso, vita reale e vita sognata e immaginata.
Adesso che sia il presepe-paese sia il paese-presepe, per ragioni diverse e molteplici, sono a rischio scomparsa e abbandono occorre domandarsi, davvero, se vogliamo rassegnarci, davvero, alla fine di un antico mondo o se, invece, non sia posssibile ricorrere anche resti, rovine, memorie per ridare una nuova vita ai luoghi, per creare nuove comunità, capaci di riempire il vuoto del presente, di seguire la stella del futuro, senza smarrire una storia antica.
A Soriano Calabro le antiche rovine rivivono grazie a un Polo Museale (museo dei marmi, museo religiso, museo delle ceramiche, museo del terremoto, museo del ri-abitare) di grande fascino e richiamo, una Biblioteca Calabrese svolge intense attività durante tutto l’anno, ci sono amministratori, studiosi, giovani, artigiani, commercianti che, in maniera diversa, mostrano che è possibile arrestare un declino e un abbandono che conoscono tanti paesi del Sud, degli Appennini, delle Alpi, del Nord.
Forse non tutto è perduto. Forse dobbiamo essere convinti e persuasi (la persuasione opposta alla “rettorica”) che è necessario, doveroso, urgente fare qualcosa. Ognuno di noi ha una parte da interpretare e un ruolo da svolgere, con passione e amore, per restituire vita vera ai nostri luoghi.
Vita. Non solo ai paesi, ma anche alle città, alle metropoli, alle periferie e ai margini di tutto il mondo.
Con questa mia veloce e lunga riflessione porgo gli auguri di un Sereno e Santo Natale a tutte e a tutti, grato per la vostra stima e la vostra amicizia, scusandomi di non poterlo fare singolarmente ed estendendo gli auguri a quanti non riescono a raggiungermi e non posso raggiungere se non con l’affetto più profondo e un pensiero amorevole.
(la foto in copertina è del prof. Vito Teti).
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