Sono state forse le corde e le reti da pesca che ne hanno reciso le estremità a causare il decesso dell’esemplare di Capodoglio rinvenuto sulla spiaggia di Parghelia.
Decesso che sarebbe avvenuto in mare aperto mentre solo successivamente il corpo del cetaceo sarebbe stato trasportato a riva dalla correnti.
Il capodoglio (Physeter macrocephalus, Linnaeus 1758) o fisetere (dal greco φῡσητήρ, phȳsētḗr, “sfiatatoio”, “che soffia”) è il più grande di tutti gli Odontoceti e il più grande animale vivente munito di denti, misurando fino a 18 metri di lunghezza. I capodogli, insieme agli Iperodonti e agli elefanti marini, sono i mammiferi che si immergono più in profondità del mondo. Si pensa che siano in grado di immergersi fino a 3 km di profondità e che possano restare sul fondo dell’oceano fino a 90 minuti. Le immersioni più tipiche si aggirano intorno ai 400 m di profondità, durano 30-45 minuti e vengono effettuate generalmente verso nord.
Del caso – oltre al wwf calabrese e alla Capitaneria di porto di Vibo marina – si interesserà anche il servizio veterinario dell’Asp di Vibo Valentia e l’Istituto zooprofilattico di Padova che eseguirà sulla carcassa studi genetici e parassitologici e per rilevare la presenza di metalli pesanti.
L’esemplare aveva un età di due anni, una lunghezza di 6.5 metri e un peso di due tonnellate e mezzo.
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