Anche nella prima iniziativa pubblica di una certa rilevanza di questo 2018 – quella tenutasi nella sala consiliare comunale il 3 gennaio scorso e scaturita dalla necessità di dare una risposta della società civile all’ondata di atti delinquenziali che ha interessato Nicotera – tra i tanti temi toccati vi è stato anche quello di un eventuale passaggio di Nicotera alla città metropolitana di Reggio Calabria.
Un tema che si è accompagnato ad una riflessione su un eventuale fusione – o unione – di comuni o con i comuni limitrofi al nostro pure con alcuni di quelli che gravitano nella Piana di G. Tauro.
Ma quali sono i possibili punti di forza, le carte migliori in mano, ai sostenitori di questa ipotesi? Vediamo di capirlo insieme.
1) Il primo asso nella manica è sicuramente il fattore demografico. Con i suoi 552.000 abitanti la provincia metropolitana non solo è 3,4 volte più grande del vibonese. Ma non è solo questo. La popolazione del vibonese invecchia molto più velocemente di quella del reggino. L’indice di vecchiaia è infatti di 153.7 punti contro i 147.7 del dato reggino. Viceversa la popolazione reggina è più prolifica di quella della nostra attuale provincia. poichè il tasso di fecondità è di 11.86 punti rispetto a 11.07 punti del dato vibonese. Da sottolineare inoltre che nel reggino si registra e si registrerà in futuro l’apporto di un numero maggiore di stranieri specie in quei centri che dell’accoglienza diffusa – da Camini a Riace – ne hanno fatto un modello di integrazione.
2) La seconda carta dei “secessionisti” è sicuramente quella economica. Secondo i dati di Unioncamere Emilia Romagna il prodotto interno lordo a prezzi di mercato e a parità di potere d’acquisto della provincia di Reggio Calabria è di 9341 milioni di euro contro i 2469 milioni di euro del vibonese. Non solo: il pil vibonese ha registrato rispett al 2001 un aumento del 2.3% mentre quello reggino è aumentato del 7.7%. Stesso discorso anche per il prodotto interno lordo procapite vede il reggino avanti con 17800 euro contro i 14900 euro della media del vibonese. Insomma l’economia del reggino ha generato più ricchezza, risulta più diversificata e ha resistito meglio alla crisi.
3) La terza carta è sempre legata a fattori ecomici e produttivi. Se infatti è vero che il vibonese da solo cattura il 36% del flusso turistico che interessa la nostra regione è parimenti vero che veramente poco di questo flusso viene intercettato da Nicotera. Sono infatti Tropea, Ricadi e Pizzo ad ottenerne i maggiori benefici ma sia chiaro: in parte perché le amministrazione pubbliche si sono dimostrate molto attive nel favorire quelle condizioni di base per far decollare l’economia turistica e in parte perché gli imprenditori di queste località hanno saputo costruire nel tempo un “brand” riconoscibile e spendibile sul mercato turistico nazionale e internazionale. Insomma, le colpe sono tutte nostre. Nicotera e sopratutto Nicotera marina quindi, in caso di un “passaggio” nel reggino potrebbe avere vita più facile e diventare uno dei centri turistici di maggiore eccellenza della cosiddetta “Costa Viola”. Nessuna località rivierasca del reggino tirrenico può infatti vantare i nostri chilometri e chilometri di spiagge. Ed è noto che non molto tempo fa il flusso turistico che interessava il nostro territorio si reggesse in massima parte sui bagnanti dei paesi della Piana. Ma non è solo il turismo. La Piana di Gioia tauro ospita il grande hub portuale, un tessuto di attività commerciali, artigianali e di piccola impresa molto più forte, competitivo e strutturato di quello di questa parte del comprensorio vibonese dove Nicotera si colloca.
4) Ultimo – ma solo in ordine di idee – asso nella manica, il fattore culturale. A patto che si metta fine alla vexata questio di Medma che anzi può diventare fattore unificante se come suggerito dallo stesso Paolo Orsi in uno scritto del 1927 in possesso del Centro Studi Nicoterese, la zona dove sorge oggi Nicotera marina fosse sede del porto e dell’emporyon della colonia locrese mentre la città come universalmente riconosciuta era a Rosarno – un eventuale ingresso di Nicotera nella città metropolitana di Reggio Calabria ci porrebbe in stretto contatto con un territorio – peraltro molto meglio fornito di agevoli collegamenti – ricco di insediamenti di insediamenti archeologici (Medma/Rosarno, Taureana, ecc), di strutture e poli culturali e museali (ancora Rosarno, la Casa della cultura di Palmi, ecc), di riti, di monumenti, di chiese, ecc. Non solo. Come molti lettori sanno ormai gli ultimi presidi pubblici che sono rimasti a Nicotera sono le nostre scuole. Anzi temiamo di non essere smentiti quando affermiamo che per decenni l’elite professionale dei paesi della Piana di Gioia Tauro si sia formata nel nostro Liceo classico. Nel 1995 non a caso su 186 alunni ben il 25% di questi proveniva dai comuni di questa zona, una percentuale che oggi risulta drasticamente diminuita. Per una cittadina come Nicotera in cui si registrano 30-40 nascite l’anno appena sufficienti a garantire i corsi delle superiori, il riallacciare i rapporti con quest’area geoterritoriale potrebbe favorire le nostre istituzioni scolastiche.
Per correttezza ovviamente va detto che anche coloro che vogliono restare nel vibonese hanno i loro argomenti e sicuramente andranno soppesati. Ma nel frattempo la partita ci pare possa cominciare…….
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