Pd: In un weekend scandito dalle tensioni per le tante manifestazioni in giro per l’Italia, i partiti si preparano agli ultimi 5 giorni di campagna elettorale. Per il Centrosinistra, Walter Veltroni è sceso in campo per dare supporto al Pd, specificando però il proprio sostegno soprattutto a Paolo Gentiloni. Il fondatore del Pd ha sottolineato la necessità di escludere lo scenario delle larghe intese, che non sarebbero “capite” dagli elettori, chiarendo, che l’avversario è Berlusconi. Matteo Renzi si è detto d’accordo, ma ha anche aggiunto che il Pd non contemplerà mai un governo con il M5S. Nell’eventualità di un pareggio e della mancanza di una legislatura Veltroni ha quindi invocato il ritorno alle urne, ma solo dopo aver cambiato il Rosatellum.
M5S: Come riporta La Stampa, Luigi Di Maio, oltre a guardare con sempre più interesse all’elettorato di sinistra, sarebbe pronto a proporre un “contratto” tra M5S e i partiti avversari per la costituzione di un governo programmatico. Non si tratterebbe però di una soluzione simile a quella tedesca, perché non prevedrebbe “uno scambio di ministeri” e lascerebbe ai Cinque Stelle la decisione dei ministri, tutto sotto la regia di Sergio Mattarella. L’ipotesi si verificherebbe se il M5S risulterà il primo partito e se le altre forze fallissero nella missione di comporre una maggioranza. Nel frattempo è emerso il primo nome della lista dei possibili ministri di un esecutivo a cinque stelle: quello del generale dei Carabinieri ed ex forestale Sergio Costa, a cui andrebbe il ministero dell’Ambiente, assieme all’anticipazione che a guidare i ministeri di Difesa, Interni ed Esteri saranno tre donne.
Centrodestra: L’incontro tra i tre leader del centrodestra è sempre più vicino al concretizzarsi, dopo che Silvio Berlusconi ha deciso di partecipare alla kermesse organizzata dalla Lega per giovedì prossimo all’Eur a Roma. Il Cavaliere ieri è intervenuto in mattinata al Teatro Manzoni di Milano, dove ha annunciato la volontà di sottoporre a referendum le tre proposte di modifica costituzionale per introdurre l’elezione diretta del capo dello Stato, il vincolo di mandato per i parlamentari e l’abolizione dell’appello contro le assoluzioni in primo grado. Nel pomeriggio si è invece recato nello studio di Barbara D’Urso, dove ha rigettato le accuse che lo definiscono mafioso, per affermare che in realtà è lui ad essere “una vittima della mafia, come i miei figli e le mie aziende”. Nessuna novità invece sul nome del candidato premier di FI, perché altrimenti “finirebbe in un tritacarne, ma è molto rispettato in Europa”. Matteo Salvini ha invece dovuto rispondere all’arcivescovo di Milano Mario Delpini, che aveva chiesto di parlare di politica ai comizi. Il leghista ha rivendicato il suo giuramento sul Vangelo e sottolineato di aver avuto “tanti apprezzamenti proprio da cattolici”, invitando poi il prelato a un confronto.
Fonte Cdo
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