Una azione di guerriglia ieri pomeriggio intorno alle ore 16.00 a Palermo con il lancio, dai tetti dei palazzi, di un blocco di cemento e un colpo di pistola che ha perforato la portiera dell’auto aziendale blindata con dentro Vittorio Brumotti e la troupe di “Striscia la Notizia”. Sono stati aggrediti durante una inchiesta sulla droga nel noto quartiere Zen. Brumotti nel commentare il fatto su Instagram scrive: “Un dolce saluto a tutti gli spacciatori. Avanti tutta nella nostra guerra”. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri, che stanno indagando sul caso.
In una nota diramata dalla produzione della trasmissione, viene comunicato che “Brumotti insieme alla nostra troupe si trovava nel quartiere Zen per documentare come viene gestito lo spaccio di stupefacenti, quando, usciti dall’auto, lui e i suoi collaboratori verso le 16 sono stati aggrediti da un folto gruppo di abitanti del quartiere. Insultati e minacciati di morte, si sono visti piovere addosso anche dei sassi, quando all’improvviso – si legge ancora nella nota – il tetto è stato sfondato da un pesante blocco di cemento lanciato da un piano alto di una casa e la portiera è stata perforata da un colpo di arma da fuoco, pare di calibro 12”. Non è la prima volta che allo Zen avvengono intimidazioni simili. Nelle scorse settimane un autobus è stato colpito da pietre e dai proiettili di una carabina.
Brumotti sta denunciando e documentando le storture italiane di una corruzione che grida vendetta. Non passa inosservato neanche il messaggio non tanto subliminale, del suo tatuaggio sulla mano destra di un “illuminato” ed iniziatico occhio onniveggente. Qualcosa starà cambiando nel grigio mondo di mezzo? Sarà forse una sua battaglia personale, contro la criminalità e la droga fino ad oggi tollerata, oppure il mondo iniziatico sta avendo un sussulto d’orgoglio per dire basta ad una argine che ormai ha travalicato i limiti della dignità umana in un libertinaggio, irresponsabilmente, fino ad oggi consentito dagli struzzi istituzionali di turno? Speriamo che ci sia una ferma risposta dello Stato, altrimenti tutto questo vorrà dire che la mafia ha vinto la sua sporca battaglia, nel mentre le istituzioni si limitavano a manifestare con i noti “professionisti dell’antimafia”, stracciandosi le vesti in cortei e manifestazioni di facciata, producendo fumo e niente arrosto.
Un fatto gravissimo ieri allo Zen, un quartiere storico in mano da sempre alla mafia e alla delinquenza organizzata. Un’isola nell’isola dove lo Stato sembra aver colpevolmente rinunciato alla sua sovranità. Si inviano truppe di militari italiani in giro per il mondo in missioni di controllo di paesi e regioni estere, assistendo invece, inermi e basiti, alla rinuncia del controllo di aree significativi in vari quartieri italiani, la cui sovranità territoriale dovrebbe essere solo dello Stato. Una contraddizione in termini che la dice lunga sul metodo strabico di uno Stato incapace, forse troppo tollerante, ma di certo colpevole e moralmente corrotto.