Fauna selvatica fuori controllo con i campi assediati da centinaia di cinghiali che distruggono ettari di colture. Una vera e propria emergenza – sottolinea Coldiretti – alla quale ancora non si è riusciti a dare risposte. Una vicenda che l’associazione segue da anni e ha indicato precise proposte poichè il proliferare indisturbato degli animali compromette non solo le attività economiche legate al territorio e lo stesso equilibrio dell’ecosistema portando a squilibri innaturali e difficilmente sanabili, ma anche l’incolumità delle persone visti i continui incidenti stradali che si verificano. Intanto il “mercato” dei cinghiali diventa sempre più appetibile, con il diffondersi della commercializzazione di carne in nero, priva di qualsiasi garanzia di carattere sanitario come testimoniano alcuni rapporti delle ASP che certificano casi di brucellosi dannosi per la salute umana e per gli allevamenti. E allora cosa bisogna fare?
La Calabria si caratterizza per una parte importante del territorio ricadente in parchi nazionali e regionali dove è forte la presenza di cinghiali e pertanto gli Enti Parco devono procedere al Piano di contenimento La Regione poi, deve ridefinire le aree vocate e non vocate. Altra proposta e di abilitare gli agricoltori che hanno la licenza di caccia ad essere parte attiva, visto che hanno e continuano a subire danni ingenti, nell’abbattimento dei cinghiali.
Vi è poi la necessità di liquidare velocemente i danni e soprattutto semplificare le procedure per la richiesta e liquidazione che sono complesse e onerose e spesso scoraggiano gli agricoltori danneggiati a presentare la domanda e ancora, prospetta Coldiretti, attivare la misura 5 del PSR Calabria 2014-2020 per azioni di prevenzione nelle aree più colpite. Un pacchetto di cinque proposte sulle quali tutti i soggetti (Regione, Parchi, e servizi veterinari ASP) non possono più perdere tempo.
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