Anche Vibo Valentia, al seguito dei familiari delle vittime di mafia, verrà percorsa da migliaia di persone appartenenti a diverse realtà, istituzionali, amministrative, scolastiche, ecclesiali, associative, sindacali, unite dall’impegno per la giustizia e per il bene comune. Nel pomeriggio si terranno i consueti incontri e seminari di approfondimento, “nella convinzione – evidenziano i volontari di Libera – che il sapere, la presa di coscienza e l’impegno che ne derivano, siano i requisiti per contrastare le forme di abuso, di violenza, di corruzione che soffocano il nostro Paese”.
La scelta di Vibo Valentia, quale piazza regionale, è dipesa dalla valutazione di quanto sia importante accendere i riflettori su un territorio in cui, da troppo tempo il silenzio delle Istituzioni e della società civile e lo strapotere della ‘ndrangheta ha preso il sopravvento. I dati di Libera, in effetti, parlano chiaro: 27 sono le ‘ndrine censite, uno stillicidio di attentati intimidatori nei confronti di imprenditori e commercianti, decine e decine di casi di lupara bianca, 10 logge massoniche distribuite in provincia, due comuni sciolti per mafia e oggi commissariati, tre commissioni d’accesso in altrettanti comuni. Indagini su corruzione e accuse di collusione che hanno coinvolto politici, parroci e rappresentanti delle forze dell’ordine, fino ad avvocati e magistrati. Una provincia che annovera la più bassa percentuale di riutilizzo sociale dei beni confiscati. Una città come quella di Vibo che vive un enorme problema di devianza minorile nel silenzio più assordante.
Da qui, secondo gli organizzatori, la considerazione che la manifestazione del prossimo 21 marzo serva innanzitutto a generare consapevolezza e a colmare un ritardo storico, figlio della sottovalutazione. Una manifestazione che sottolineerà come per contrastare le mafie e la corruzione occorra sì il grande impegno delle forze di polizia e di molti magistrati, ma prima ancora la corresponsabilità di tutti nel diventare una comunità solidale e più giusta, che faccia del “noi” non solo una parola, ma un crocevia di bisogni, desideri e speranze. Volti di un Paese magari imperfetto, ma pulito e operoso, che non si limita a constatare ciò che non va, ma si mette in gioco per farlo andare.
Anche quest’anno la “Giornata” è stata preceduta da una fitta rete d’incontri nelle scuole e in altri luoghi pubblici, affinché non venga vissuta come un evento fine a se stesso, ma come tappa di un impegno da alimentare ogni giorno dell’anno.