Dopo la pubblicazione delle due ordinanze di divieto di utilizzo dell’acqua per fini alimentari nelle frazioni di S. Nicolò, Brivadi e Santa Domenica, il Comitato spontaneo dei cittadini e Il Circolo Legambiente Ricadi chiedono l’intervento del Prefetto. Le due ordinanze, emesse in seguito al rinvenimento di coliformi nelle acque erogate dal serbatoio Margi e di Nitrati per quelle relative al serbatoio Bagneria, hanno, infatti, confermato le preoccupazioni che aleggiavano da mesi.
Per le due associazioni “è giunto il momento di affrontare il problema di petto e trovare una soluzione definitiva. Non è più tollerabile che a distanza di anni si continui a convivere con i soliti problemi e soprattutto che ai cittadini rimanga il dubbio sull’effettiva potabilità dell’acqua. Anni in cui la qualità dell’acqua è stata caratterizzata, a fasi alterne, da torbidità, forte odore di cloro, ordinanze di divieto e analisi parziali. Un lungo periodo in cui i cittadini hanno assistito, impotenti, alle continue rassicurazioni degli enti gestori sulla qualità delle acque. Inutili proclami e spot, probabilmente nel tentativo di rasserenare gli animi di cittadini orami esasperati che continuano a vivere nel dubbio. A indignare i cittadini anche la mancanza di analisi, la cui periodicità, peraltro fissata per legge, si è esageratamente dilata e spesso si è limitata solo a pochi e insufficienti parametri non utili a lenire le legittime preoccupazioni della cittadinanza”.
L’iniziativa del Comitato e di Legambiente – sio legge ancora nella nota diffusa dai due soggetti “non vuole essere una contestazione fine a se stessa ma un appello alla responsabilità. Non una contrapposizione agli enti gestori ma la volontà di avviare percorsi condivisi e di collaborazione con quanti hanno a cuore le sorti del territorio, ad iniziare proprio dalle istituzioni. L’obiettivo è la soluzione definitiva del problema e fare chiarezza. Chiarezza sulla qualità dell’acqua, chiarezza sulle fonti, chiarezza sull’idoneità delle condotte, cominciando da una campagna di analisi dettagliata e a largo spettro delle acque che necessariamente va fatta con costanza e con la periodicità fissata dalla legge. Un intervento radicale finalizzato ad accertare e rimuovere definitivamente le cause che determinano il perdurare delle condizioni di criticità”.
Comitato e Legambiente chiedono quindi in sintesi “la piena applicazione del Decreto Legislativo 31/2001 e l’art. 32 della Costituzione, che, nel sancire la salute come “diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”, di fatto, obbliga lo Stato a promuovere ogni opportuna iniziativa finalizzata alla tutela della salute”.
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