In assoluto silenzio hanno attraversato la piccola stradina che da via “Delle Fosse Ardeatine”, sulla strada provinciale 31, porta in località “Cervulara”. Sempre in silenzio si sono fermati lì, dove tutto è accaduto quel maledetto pomeriggio di lunedì, quando un’autobomba ha squarciato la Ford Fiesta di Matteo Vinci uccidendolo sul colpo e ferendo gravemente il padre Francesco.
I componenti del gruppo politico “Limbadi libera e democratica” con i quali Vinci si era candidato, non eletto, nella scorsa tornata elettorale, guidati dal loro capogruppo, Rosalba Sesto, insieme ad alcuni cittadini di Limbadi, hanno voluto, così, omaggiare l’atroce scomparsa dell’amico deponendo dei fiori nel luogo dove Matteo è stato ucciso. A testimoniare l’esplosione dell’auto e la sua devastazione, per terra, una grossa chiazza nera che difficilmente andrà via, come difficilmente svanirà nei suoi amici il ricordo di un uomo timido, pacifico e onesto, morto in maniera crudele e feroce, lasciando un vuoto immenso in chi lo conosceva. Un modo per abbracciarlo per l’ultima volta dopo la partecipata fiaccolata della sera precedente e per attestare, ancora una volta, che Matteo non sarà mai dimenticato.
Prima di giungere in località “Cervulara”, il gruppo si è recato, in mattinata, a salutare la coraggiosa madre di Matteo, Rosaria Scarpulla e la sua compagna, Laura Sorbara. Nella sua casa hanno portato lo striscione che la sera della fiaccolata ha aperto la marcia silenziosa all’insegna dello slogan “#iosonomatteo”. E’ stata proprio lei, la signora Scarpulla a volerlo lì, in casa sua, per posizionarlo sul balcone della propria abitazione e lasciarlo campeggiare affinché tutti lo vedano, cosicché nessuno possa mai dimenticare la tragedia di Matteo e perché i sentimenti che oggi la gente perbene sta provando, rabbia, tristezza, sgomento e voglia di giustizia, non si affievoliscano mai.