Agguato mortale sul litorale di Nicotera Marina. A cadere sotto i colpi di pistola di un killer, che ha agito con freddezza e lucidità, è stato Francesco Timpano, 45 anni, residente nella frazione Caroni di Limbadi. Tutto è accaduto ieri pomeriggio attorno alle sedici negli spazi d’arenile di pertinenza del lido “Il Gabbiano”, ubicato sul lato Nord del lungomare. In realtà, tutto sembrava filasse via tranquillo. Spiaggia pullulante di villeggianti, ombrelloni tutti occupati, tanta gente in mare a fare il bagno, i bambini a giocare. Improvvisamente, echeggiano numerosi colpi di pistola uditi anche a distanza. Gli avventori de “Il Gabbiano” schizzano via e si allontanano velocemente terrorizzati. Sulla spiaggia è un comprensibile fuggi fuggi generale tra grida di paura. Quando per pochi attimi torna la calma, sulla sabbia, quasi addossato alla struttura del lido, giace il corpo agonizzante di Francesco Timpano. Accanto a lui la moglie disperata e altre persone che avevano assistito alla feroce esecuzione. L’allarme scatta immediatamente. Sul posto arrivano i Carabinieri di Nicotera Marina e subito dopo un’ambulanza del 118. Il personale sanitario, però, non può fare altro che constatare il decesso del 45enne limbadese. La caccia all’assassino comincia subito. Sul posto, infatti, convergono i militari dell’Arma della Compagnia di Tropea e del Comando provinciale.
Gli investigatori dell’Arma, preso atto di quanto accaduto, raccolte le prime preziose testimonianze e visionati i filmati di alcune telecamere presenti nella zona, danno il via alla caccia all’uomo che, col passare dei minuti cresce d’intensità. Il comprensorio viene chiuso in una morsa. S’alza in volo anche un elicottero dei Carabinieri che sorvola tutto il territorio nicoterese alla ricerca di qualche elemento sospetto. Sul lungomare di Nicotera Marina, nel frattempo, si portano i militari della Sezione scientifica dell’Arma che eseguono tutti i rilievi ritenuti utili. Al lido “Il Gabbiano”, uno tra i più noti e tra i primi ad essere costruiti sull’arenile di Nicotera Marina, arriva anche il sostituto procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Ciro Luca Lotoro, che assieme al personale specializzato procede alla ricognizione esterna del cadavere prima di disporne il trasferimento all’obitorio di Vibo per l’esame autoptico di rito. L’identità del killer, comunque, potrebbe rimanere ignota solo per poco. Ad agevolare, infatti, il lavoro delle forze dell’ordine potrebbe contribuire e non poco la visione delle immagini delle telecamere presenti nella zona teatro del delitto. Filmati subito requisiti e che dovrebbero mettere gli investigatori sulla pista giusta anche perché sul lungomare si vociferava di un killer che avrebbe agito a volto scoperto prima di dileguarsi tra la gente spaventata.
I colpi esplosi senza incertezze da distanza ravvicinata sarebbero andati tutti a bersaglio, ma il rischio che potessero rimanere coinvolte altre persone innocenti è stato davvero alto. C’è, peraltro, un particolare nella vita della vittima che gli inquirenti stanno passando al vaglio con attenzione. Francesco Timpano, infatti, lo scorso 11 maggio era nell’elenco delle persone che Francesco Olivieri, il 32enne che quel venerdì pomeriggio nel suo raid violento ha ucciso Michele Valerioti e Giuseppina Mollese, avrebbe voluto far fuori per motivi ancora non del tutto chiari. Per certo, l’Olivieri si era recato a Caroni per cercare Francesco Timpano. Non avendolo trovato in casa, sfogava il suo rancore esplodendo colpi di fucile contro la sua autovettura per poi dirigersi verso la piazza Marconi di Limbadi. Qui entrava in un bar, ma non essendoci il Timpano, sparava altri due colpi di fucile contro le pareti di una saletta ferendo lievemente tre avventori. Poi, puntava su Nicotera dove sotto i colpi della sua doppietta cadevano Giuseppina Mollese e Michele Valerioti. Naturalmente, i collegamenti tra i fatti sono tutti da dimostrare. Intanto la popolazione non nasconde la sua grande preoccupazione per l’escalation violenta che sta sconvolgendo l’intero comprensorio. In tanti, poi, hanno richiamato alla memoria un episodio verificatosi nello stesso tratto di lungomare il 9 agosto del 2008 quando un killer sparava tra la gente ferendo una persona che, però, riusciva a mettersi in salvo. Un regolamento di conti tra bande d’oltre Mesima che avviava il declino del litorale.