«Non è possibile cambiare continuamente le carte in tavola. Questo è uno dei limiti più grandi del nostro Paese, che fa e disfa senza preoccuparsi delle conseguenze che possono essere devastanti sul piano della crescita e dello sviluppo».
Così il presidente di Anci Calabria, Gianluca Callipo, commenta la decisione del Governo che si appresterebbe, nell’ambito del decreto Milleproroghe, a bloccare il Bando per le periferie, un piano di investimenti da 2 miliardi di euro per la riqualificazione dei centri urbani che coinvolge 96 città in tutta Italia.
«In Calabria – continua Callipo – al bando hanno partecipato tutti i capoluoghi di provincia e la città metropolitana di Reggio. Bloccare i fondi e dirottare altrove gli investimenti già oggetto di convenzioni regolarmente sottoscritte significherebbe privare i maggiori centri urbani di un’opportunità unica di riqualificazione delle proprie periferie, che finalmente negli ultimi anni avevano ricevuto un’attenzione programmatica che è sempre mancata. Ma per certi versi è ancora più deleterio che nel 2018 materie così importanti siano ancora dominate dall’incertezza. Non si può avviare un lavoro di tale portata a livello progettuale e procedurale per poi, improvvisamente, cambiare rotta e dire abbiamo scherzato. Non è solo una questione di aspettative tradite, ma di capacità di programmare il futuro in maniera efficace e puntuale».
Anci Calabria, dunque, appoggia in pieno la protesta espressa dai sindaci calabresi, nel solco di quanto già dichiarato dal presidente nazionale dell’Associazione dei comuni italiani, Antonio De Caro, che si è detto pronto a diffidare il Governo a rispettare gli impegni, qualora la situazione non dovesse cambiare.
Infine, Callipo, ha fatto un appello a tutti i parlamentari calabresi, affinché sollecitino un ripensamento sul blocco del bando. «Chi siede in Parlamento è innanzitutto espressione di un territorio e dei suoi cittadini – ha concluso il presidente dell’Anci regionale -. Mi auguro che i deputati e i senatori calabresi comprendano quanto questa decisione sia dannosa per lo sviluppo della loro regione e intervengano per sostenere le ragioni delle città destinatarie dei fondi per gli interventi di riqualificazione».