“Persistendo il lento ed inconsistente procedere delle pratiche burocratiche in merito all’apertura della Sp 23, chiediamo al presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, un intervento urgente, anche con fondi ordinari, per mettere in sicurezza l’arteria e riaprirla almeno per l’inizio dell’estate. Al prefetto Giuseppe Gualtieri si chiede il suo autorevole intervento per la risoluzione del grave problema”.
Sono le richieste di pendolari, commercianti e cittadini di Joppolo, Nicotera, Ricadi e altri paesi viciniori, 920 firmatari la petizione inviata a prefetto, presidente della Regione e sindaco Carmelo Mazza, con l’auspicio che qualcosa si muova concretamente dopo un anno dalla chiusura della strada, nel tratto Joppolo-Coccorino. L’istanza è stata firmata anche dai componenti della neonata associazione “Noi per Joppolo” del presidente Giovanna Rodolico, sorta a difesa dei diritti dei cittadini, ma principalmente per sollecitare la messa in sicurezza e l’apertura dell’arteria e delle strade comunali danneggiate dall’alluvione, perché l’interdizione al traffico della Sp 23 “acuisce la crisi di questo territorio – affermano i componenti – senza che la Provincia abbia ad oggi attuato un minimo intervento, obbligando, altresì, gli utenti a servirsi di percorsi più lunghi, almeno il doppio, per raggiungere il loro posto di lavoro, la scuola o altre mete”.
Dal 9 novembre 2017 la chiusura della carreggiata avrebbe procurato, infatti, agli abitanti del territorio, gravi disagi, in particolare a pendolari, turisti, servizi di pubblica sicurezza e del 118 che ritardano i loro interventi, alunni delle scuole dell’obbligo residenti a Coccorino che devono raggiungere gli istituti nel capoluogo, ai cittadini della frazione joppolese quando si devono recare in municipio e pesanti danni economici alle piccole attività commerciali e agli operatori turistici.
“Prendiamo atto – evidenziano – che la Provincia sembra non essere riuscita a chiudere tutti gli atti amministrativi sui lavori realizzati con i fondi dell’intervento 14, Apq Calabria del 2002. La chiusura degli atti potrebbe consentire, invece, la riprogrammazione dei fondi residui relativi all’intervento Apq, utilizzabili per la messa in sicurezza definitiva del tratto di strada”.
Da un anno si parla di lavori imminenti possibili grazie a risorse residue dell’Apq, circa 13milioni di euro che potrebbero essere rimessi in circolazione. Tutto si sarebbe fermato, però, in attesa che la Provincia chiudesse i rapporti con la ditta che nel marzo 2010 aveva appaltato la realizzazione di una galleria lunga 800 metri, iniziata e mai terminata, mancando i documenti relativi alla riconsegna del cantiere e la risoluzione del contratto. Con la determina provinciale 458 dell’8 maggio 2018, però, il segretario provinciale certifica che dalle verifiche dell’ufficio tecnico risulta che “non vi sono procedure in atto, con relativi rapporti di dare e avere, e pertanto non vi sono obbligazioni giuridicamente vincolanti verso terzi né crediti da riscuotere”.
Ci si chiede dove sta la verità?
“Con tale riaccertamento straordinario dei residui Apq – afferma Giovanni Capua del comitato “Strada del mare” – si è evidenziato 1milione e 200mila euro di avanzo vincolato, più che sufficiente per un primo intervento di somma urgenza se autorizzato dall’organo regionale e rendicontato. Si è già perso un anno, ora basta, bisogna iniziare immediatamente i lavori”.