Sembra essere stata ufficialmente riavviata la stagione dei sopralluoghi sulla Sp 23.
In settimana, infatti, sarebbero ritornati nuovamente sul tratto Joppolo-Coccorino interdetto al traffico da più di un anno per la caduta di due massi, i responsabili della Provincia che nonostante i continui controlli e le verifiche effettuati durante questi mesi, fino ad oggi, non hanno avanzato alcuna soluzione al problema.
Intanto, dopo la verifica, di fine novembre, e lo studio del costone sovrastante il tratto da parte dell’Anas richiesti dalla segreteria del ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, tra la gente le aspettative sono grandi, soprattutto nei confronti dei parlamentari di maggioranza eletti nel collegio, affinché vengano avviate al più presto le opere promesse, lavori di consolidamento del dorsale e riapertura entro 4 mesi.
“Abbiamo inviato – afferma Giovanna Rodolico, presidente dell’associazione “Noi per Joppolo” – richiesta di essere ricevuti dal prefetto, Giuseppe Gualtieri, dal presidente della Provincia, Salvatore Solano e da quello della Regione, Mario Oliverio, perché vogliamo capire, ad oggi, come stanno le cose. In teoria ci sarebbero dei passi avanti, promessa della progettazione in tempi rapidi ed esecuzione dei lavori entro pochi mesi, ma bisogna verificare se effettivamente sarà così. E’ necessario, però, che la strada sia riaperta prima dell’estate prossima perché una stagione come quella di quest’anno determinerebbe il collasso delle attività commerciali cittadine già fortemente provate, chi è riuscito a salvarsi avrebbe il colpo di grazia. Per ora, senza dati concreti, sono inutili le teorizzazioni, se è necessario, però, ci regoleremo per organizzare una protesta più seria perché quando abbiamo raccolto le circa mille firme, abbiamo percepito il forte malcontento che c’è fra i cittadini di Joppolo, Nicotera, Ricadi, Spilinga, Tropea e tanti altri paesi viciniori”.
Farebbe ben sperare, inoltre, l’istanza trasmessa dalla Regione, su proposta del consigliere Michele Mirabello, di inserimento nel Dpcm delle strade di interesse regionale e quelle da statalizzazione come la Sp 522.
“Mesi di tavoli tecnici e parole, ma zero risultati – dichiara Giovanni Capua del comitato “Strada del Mare” –. Penso che se il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ente più elevato per competenza, ha ritenuto di dover sbloccare la questione incaricando Anas, è perché eravamo su un binario morto. Di fatto il ministro si è sostituito a Provincia di Vibo e Regione Calabria, che in ben dodici lunghi mesi non hanno trovato soluzioni. Per avvalorare questa affermazione faccio notare che dal giorno del sopralluogo Anas non si parla più dei fantomatici 13 milioni di euro residuali dal vecchio finanziamento Apq, preferendo passare la patata bollente al ministero. Evidentemente non è così semplice spenderli. Inoltre, la medesima proposta di statalizzazione della ex Ss 522 fu presentata due anni orsono e respinta per motivi tecnici, inoltre la stessa collega Pizzo a Tropea, è solo un pezzo della Strada del mare. Noi resteremo qui a vigilare sui lavori, non siamo interessati a prenderci meriti. Abbiamo imparato che non esistono imprese impossibili, dipende tutto dall’impegno e dal tempo che ci si può dedicare e a volte dall’abilità di individuare l’interlocutore giusto”.
Passaggi istituzionali importanti quelli messi in atto negli ultimi giorni per l’apertura della strada provinciale 23 chiusa al traffico dal 9 novembre 2017. Prese di posizione, in particolare quella del Ministero delle infrastrutture, che fanno ben sperare sulla riapertura dell’arteria nel più breve tempo possibile. Una “intromissione” del Governo centrale che evidenzierebbe più che mai l’inefficienza operativa, ma soprattutto, decisionale, degli Enti locali. Organi che più volte in questi mesi hanno svolto continui sopralluoghi sulla carreggiata ma che, in un anno, non sono riusciti ad adottare un comune e definitivo provvedimento a discapito di chi quel tratto di strada di circa tre chilometri, deve percorrerlo quotidianamente.