La lite tra Sabatino Panzitta, ex responsabile dell’Ufficio tecnico, rappresentato e difeso dall’avv. Francesco Restuccia, ed il Comune, avviata nel 2012, segna un significativo passo avanti. Nell’udienza del 26.9.2018, il giudice del Lavoro del Tribunale di Vibo, Ilario Nasso, s’era riservato di decidere; ora ha sciolto la riserva emanando un’ordinanza che rimette a cavallo il ricorrente. Il Giudice, infatti, non solo prende atto della mancata costituzione da parte dell’ente comunale, ma riconosce la fondatezza del ricorso presentato dal Panzitta, lo accoglie nel merito e dichiara illegittimo il provvedimento con cui il Comune aveva provveduto, in data 28 giugno 2016, a licenziarlo per la seconda volta. Cosa ancora più importante, il Comune è stato condannato all’immediata reintegra del Panzitta <nel posto di lavoro occupato>, nonché al versamento in suo favore di un’indennità per il periodo di licenziamento e al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali per lo stesso periodo. La vicenda, alquanto complessa, è pure lunga come una telenovela.
Per estrema sintesi, il Panzitta, entrato nell’organico del personale del Comune nel maggio del 2001, due anni dopo veniva a trovarsi al centro di accertamenti penali che costringevano l’Ente a trasferirlo ad altre mansioni. Partiva la serie di ricorsi, mentre il procedimento penale, che vedeva il dipendente rinviato a giudizio, andava avanti di pari passo e si concludeva il 24 novembre 2015 con la prescrizione dei reati. La sentenza veniva comunicata al Comune da parte del Panzitta che veniva prima riammesso in servizio e poi nuovamente sospeso. Alla fine della complessa vicenda, il giudice del Lavoro, comunque, rileva che per un solo procedimento scattavano due licenziamenti, il che <non è logicamente né giuridicamente sostenibile>. Sta di fatto che il sindaco Carmelo Mazza non ha ancora attuato l’ordinanza del Tribunale col risultato che della vertenza sono state investite tanto la Corte dei Conti che la Procura di Vibo. E ci sarebbero già delle persone iscritte nel registro degli indagati.