Una galleria di 800 metri la cui realizzazione era stata prevista a causa dei continui smottamenti, nel tratto Joppolo-Coccorino della Sp 23, dall’Apq 14/2006, ma i cui lavori appaltati e avviati sono stati interrotti nel 2013. Sarebbe questa l’opera che giace malinconica all’ingresso della frazione joppolese, all’interno di un cantiere ampiamente da ultimare, trasformatasi oggi in pomo della discordia fra Anas e Regione Calabria.
Si è ancora in attesa, infatti, della firma della convenzione per l’avvio dei lavori di consolidamento del costone in località “Petto della Torre”, atto successivo alla stipula dell’intesa istituzionale del 20 febbraio 2019 tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, , Regione Calabria e Provincia di Vibo Valentia con la quale, difatti, il ministero ha coinvolto Anas che dovrà svolgere le funzioni di stazione appaltante e supportare le amministrazioni competenti per la realizzazione di tutte le attività funzionali al pronto ripristino della viabilità esistente, oggi interrotta.
Eppure, dopo circa un mese dalla firma di quell’accordo è tutto fermo a causa della messa in gioco proprio di quella galleria spiaggiata nel degrado, cicatrice ancora aperta e pulsante nel verde. A riproporla non come era sembrato in un primo tempo la Regione con a capo l’assessore Roberto Musmanno, ma Anas rappresentata dall’ingegnere Fulvio Soccodato per questioni, sembrerebbe, di opportunità.
Ad attestarlo quella agognata convenzione modificata proprio dai vertici Anas dove viene evidenziato come l’Ente “sulla base di studi tecnici approfonditi, potrà valutare, successivamente alla realizzazione dell’intervento di messa in sicurezza previsto, se evitare la realizzazione di un tratto in galleria per cui erano stati già eseguiti parte dei lavori”.
Apriti cielo, l’ennesimo intoppo di un iter senza fine perché alla Regione, per questo “cavillo”, non basterebbero più i 3milioni di euro necessari per il ripristino sull’arteria della transitabilità in sicurezza, ma dovrebbe adoperarsi per recuperare ulteriori somme in quanto le sue intenzioni erano di completare con i residui Apq, 14.497.707,62 di euro, di cui 12.982.895,23 ancora da erogare da parte della Regione Calabria e 1.514.812,39 di euro nelle casse della provincia di Vibo Valentia, anche altri due lotti:
- Tronco stradale nel comune di Ricadi della lunghezza di di circa 5.640 mt comprendente importanti opere d’arte tra cui un viadotto lungo circa 320 mt per 55 mt di altezza;
- Tronco stradale tra i comuni di Vibo Valentia e Pizzo Calabro di lunghezza circa 1.150 mt ed un tratto di ammodernamento di strada esistente di circa 2.200 mt.
La “nuova” idea di Anas sarebbe stata assunta pensando al futuro. Infatti, come soggetto esecutore dei lavori, alla loro conclusione dovrà restituire la strada al soggetto gestore, la Provincia che dovrà necessariamente provvedere con regolarità a seguire le prescrizioni relative alla manutenzione, qualora non lo facesse sarà troppo tardi per riprendere i lavori della galleria, un’area per la quale la Regione avrebbe previsto, invece, la rinaturalizzazione. Per velocizzare ulteriormente i tempi l’assessore Musmanno avrebbe cercato di superare i timori dell’Ente strade inserendo sull’ennesima copia del documento che il mancato soddisfacimento e il rispetto delle prescrizioni da parte della Provincia “potrebbero portare poi all’eventuale esecuzione della galleria”.
A questo punto, sembra quasi che gli enti scesi in campo per avviare i lavori di messa in sicurezza dell’infrastruttura non abbiano ancora compreso, a più di un anno dall’interdizione al traffico, gli enormi disagi causati da questa chiusura sia agli abitanti dei comuni interessati sia all’economia del comprensorio, quella turistica in particolare, e continuano ad intestardirsi nel completamento della galleria, un’opera che all’epoca andava a sostituire l’incompiuto progetto di messa in sicurezza del costone e che necessita di una serie di lavori così complicati da prevedere svariati milioni di euro e tempi che si dilungherebbero a dismisura. E’ impellente, invece, avviare l’opera prima dell’inizio dell’estate al fine di garantire l’accessibilità a vaste zone di territorio del vibonese.