Nel pomeriggio di ieri personale del Commissariato di P.S. Lido ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di 4 pregiudicati catanzaresi per i reati di associazione per delinquere, estorsione e truffa.
La misura eseguita trae origine dalle indagini condotte dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato in ordine ad una serie di episodi avvenuti tra il dicembre del 2015 e l’agosto del 2018 che, per modalità di realizzazione e per la scelta delle vittime, apparivano da subito connotati dal carattere della serialità e riconducibili allo schema della cosiddetta “truffa dello specchietto”.
Renato Berlingeri, classe ’75, Simone Berlingeri, classe ’92 e Massimo Berlingieri, classe ’77 sono stati tratti in arresto e, all’esito delle formalità di rito, tradotti presso le rispettive abitazioni per la fruizione degli arresti domiciliari mentre Domenico Amato, classe ’88, già detenuto per altra causa, ha ricevuto la notifica dell’ordinanza presso la Casa Circondariale di Catanzaro-Siano dove si trova recluso.
Il lavoro certosino di ricostruzione dei singoli eventi delittuosi condotto dagli operatori, muovendo dalle denunce delle persone offese, ha consentito di evidenziare nella comunicazione di notizia di reato prodotta l’esistenza di uno schema di azione consolidato secondo il quale i rei muovendosi sul territorio provinciale con mezzi nella loro disponibilità provocavano collisioni reali o simulate con altri veicoli condotti in genere da persone anziane, inducendole subito dopo a fermarsi. Rappresentavano quindi alle vittime di aver subito l’urto addebitandogli la responsabilità e, lamentando danni al proprio veicolo, pretendevano, facendo ricorso nella maggior parte degli episodi ricostruiti all’intimidazione, una somma di denaro a titolo di risarcimento.
La stabilità del gruppo di soggetti operante nell’ampio lasso temporale attenzionato, tutti appartenenti alla comunità ROM catanzarese e legati tra loro da rapporti di parentela, l’unicità del settore criminale prescelto ovvero quello dei falsi incidenti utilizzati quale pretesto per estorcere somme di denaro nonché la selezione delle vittime che in molti casi erano persone anziane d’età ed i contesti operativi costituiti prevalentemente da strade a percorrenza veloce, ha portato gli investigatori ad ipotizzare l’esistenza di un sodalizio criminale stabile orientato alla commissione dei reati di truffa ed estorsione.
Tale ricostruzione trova riscontro nell’ordinanza eseguita nella quale viene riconosciuta a tutti gli arrestati la qualità di promotori ed organizzatori di una associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati ipotizzati. Sono, infatti, tutti chiamati a rispondere, oltre che del reato associativo, di numerose estorsioni e truffe che in alcuni casi si sono arrestate allo stadio del tentativo solo per la ferma resistenza opposta delle vittime o per il sopraggiungere delle forze dell’ordine allertate dalle stesse.