In molti pensano che Internet sia una zona franca in cui sia possibile esprimersi come si vuole. Ma non è così: questo atteggiamento si paga molto caro e può costare non solo una condanna penale (scrivere sul social network Facebook un’offesa a qualcuno può comportare la reclusione da sei mesi a tre anni o una multa non inferiore a 516 euro) ma anche un cospicuo risarcimento danni e la condanna alle spese processuali.
È questo il sunto di un’importante sentenza emessa dal Gip del Tribunale di Castrovillari che, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero, Leonida Primicerio e del difensore di parte civile, Ettore Zagarese, ha condannato C.L. alla pena di mesi 2 di reclusione ed euro 600 di multa, oltre al risarcimento dei danni in favore della persona offesa, M.L. 36enne rossanese, da liquidarsi in separata sede civile, e alla rifusione delle spese legali.
Secondo quanto ricostruito, comunicando con più persone attraverso il noto social network Facebook, l’imputata avrebbe leso la reputazione della parte civile commentando alcuni post pubblicati da quest’ultima sul proprio profilo personale con espressioni di tipo offensivo. Da qui la denuncia e l’apertura di un procedimento penale presso la Procura della Repubblica di Castrovillari, culminato poi con una sentenza di condanna per il delitto di diffamazione aggravata.
“Molte persone – afferma Zagarese – sembrano ignorare che sui social valgono le stesse regole della vita reale. Che Facebook e le altre piattaforme di comunicazione collettiva, oltre a svolgere una funzione importante di informazione e di dialogo sociale, siano divenute anche una sorta di «discarica» in cui ognuno scrive quello che vuole, è risaputo. Quello che sfugge, però, è che il rispetto della dignità delle persone è sacro ed inviolabile, per cui ben vengano sentenze come quella di Castrovillari se servono a ricordare ai cosiddetti “leoni da tastiera” come l’abuso sia punito penalmente e comporti gravi conseguenze anche economiche”.