A Milano la mostra:”Milano anni 60″ a cura di Stefano Galli

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 Si concluderà il 9 febbraio a Milano a Palazzo Morando la mostra denominata “Milano anni 60” a cura di Stefano Galli.

Foto , manifesti, riviste, oggetti di design documentano il boom economico del capoluogo lombardo.

Un cambiamento che influì su urbanistica, edilizia, trasporti e cultura, favorendo l’emigrazione del mezzogiorno.

Nel corso degli anni ’60, infatti  Milano conobbe una stagione di grande fulgore, protagonista di un decennio irripetibile, caratterizzato da un irrefrenabile fermento creativo e dalla voglia di lasciarsi alle spalle in maniera definitiva gli orrori della guerra.

Milano si guadagnò un posto di primadonna tra le capitali internazionali.

La grande stagione della musica a Milano venne inaugurata con il concerto di Billie Holiday del 1958 allo Smeraldo e proseguì con tutti i grandi del Jazz da Duke Ellington a Thelonius Monk fino a Chet Baker e Gerry Mulligan che a Milano erano di casa.

Anche la musica leggera conobbe un periodo d’oro con il concerto dei Beatles al Vigorelli del 1965 e dei Rolling Stones al Palalido del 1967, che suggellarono il ruolo di Milano come città moderna e pronta ad accogliere i più grandi protagonisti della musica pop e rock d’oltremanica e d’oltreoceano.

Sono anni di grande fervore artistico con l’opera di Lucio Fontana e Piero Manzoni, di pietre miliari del design italiano quali Marco Zanuso, Bruno Munari, Vico Magistretti, Achille Castiglioni, Bob Noorda e di grandi esponenti della fotografia quali Roberto Polillo, Carlo Orsi, Uliano Lucas, Gianni Greguoli, Fedele Toscani, Fabrizio Garghetti, Giorgio Lotti, Emilio Frisia, Cesare Colombo, Ernesto Fantozzi, Paolo Monti, Silvestre Loconsolo, Piero Raffaelli, di intensa vita notturna dei locali del jazz con Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci. Questi sono solo alcuni dei protagonisti della scena milanese che contribuirono all’incanto di quel decennio.

Un sogno da cui la città si svegliò bruscamente, il 12 dicembre 1969, con l’attentato alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana.

Il percorso espositivo, diviso in sezioni, si apre con le immagini della nuova Milano, il cui volto si modifica grazie alle nuove costruzioni, come il Pirellone, la Torre Velasca, la Torre dei servizi tecnici comunali, il Centro direzionale, la Torre Galfa ma anche la nascita dei quartieri periferici, tra i quali spiccano Quarto Oggiaro, Olmi, Gallaratese, Gratosoglio, Comasina, quest’ultimo iniziato nel 1953 e ultimato nel 1960, il più importante intervento edilizio in quegli anni in Italia con i suoi 11.000 vani e 83 palazzi.

Fotografie e riviste dell’epoca documentano il boom economico, con la realizzazione delle tangenziali milanesi, del tratto Milano-Piacenza dell’autostrada A1, infrastrutture che portarono una più rapida circolazione delle merci con una maggiore crescita delle aziende; celebri nomi della grafica pubblicitaria furono chiamati a ripensare i brand delle nuove e rinnovate realtà aziendali, a partire dal fondamentale progetto di Franco Albini e Bob Noorda per la Metropolitana Milanese.

Numerosi sono gli oggetti che aiutano a rievocare la grande stagione del design, con maestri del calibro di Bruno Munari, Marco Zanuso, Vico Magistretti, Enzo Mari, Achille Castiglioni, Sambonet, Joe Colombo, Gio Ponti. Si racconta la storia delle aziende milanesi coinvolte in questa clamorosa stagione. Tra tutte Brionvega, Cassina, Zanotta, Kartell, Tecno, Fontana Arte, Artemide, Flos, Arflex e Danese.

Anche il mondo della cultura, delle gallerie d’arte e del cabaret visse un periodo di grande spolvero. E naturalmente la musica, in particolare il jazz, che trovò casa in numerosi club sparsi per la città, come la Taverna Mexico, dove si esibirono i migliori esponenti di questo genere.

Già alla fine degli anni Cinquanta, Milano divenne anche un luogo apprezzato dove organizzare concerti memorabili, come quelli di Billie Holiday allo Smeraldo, dei Beatles al Vigorelli, dei Rolling Stones al Palalido, di Jimi Hendrix al Piper, ma fu anche il palcoscenico che vide affermarsi artisti quali Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Adriano Celentano, Patty Pravo.

La fine degli anni 60 segnò poi la nascita della contestazione, dalle rivolte studentesche negli atenei, sfociate nelle occupazioni della Statale e della Cattolica, ai picchetti nelle fabbriche e agli scioperi.

Chiude la mostra la sezione dedicata a piazza Fontana e alla fine del sogno, con le fotografie della strage e dei funerali, accompagnate da documenti e alcuni oggetti legati a questo tragico avvenimento.

Una mostra importante, che documenta la straordinarietà di una città che ancora oggi, conserva la sua identità e la sua indole.

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