
La terza puntata di Sanremo parte subito con una grandissima assenza annunciata: giovedì è il giorno di risposo settimanale di Firorello! Bisogna essere onesti: non si è sentita molto la sua assenza, non per demerito bensì, per meriti di Amadeus che ha espresso il meglio di se! Finalmente padrone assoluto del palco, ha dimostrato di essere un presentatore maturo, responsabile ed in grado di superare tutte le polemiche e gli attacchi dovuti alla sua infelice espressione, facendo un “passo indietro” e che passo, all’ingresso della prorompente Giorgina …. Diciamolo più bella che brava a presentare! Ronaldo in platea la guarda più stranito che colpito, regalando maglie che segnano una tregua momentanea tra juventinj ed il resto del calcio!!
Ma la vera protagonista del palco è senza alcun dubbio la Milly Carlucci – con circa trent’anni in meno- albanese, strepitosa! La sua apparenza da Barbie “magia greca antica” inganna, poiché la sua presenza scenica e la sua preparazione stupiscono, incuriosiscono e divertono. Un fiume in piena che travolge lo stesso Amadeus, che potrebbe andare a fare una pausa senza far perdere verve allo spettacolo! Iniziano le cover- duetti …. Vince la raffinatezza di Tosca con una indimenticabile Piazza Grande, colpisce il Cuore Matto di Pelù, ma per una “giovane” adulta come me Anastasio alza l’asticella! Il giovane rapper vincitore della edizione di X factor ha sempre stupito per la genialità dei suoi testi – forse il miglior paroliere degli ultimi dieci non per alcuni-, per l’impatto emotivo delle sue interpretazioni, si accompagna alla quasi dimenticata Premiata Formeria Marconi, reinterpretando un brano delicato e profondo, che parla di “vecchi” e che ha rilanciato una immagine nuova di Renato Zero agli inizi degli anni ‘90: Spalle al muro!
Anastasio ne offre una lettura contemporanea e moderna riferendosi a 50 enni spiazzati dalla nostra epoca, stritolati tra la tecnologia e l’estetica, costretti a dimostrare qualcosa sempre, come se non avessero e non stessero già pagando, anche economicamente, abbastanza! Sono stata in silenzio incollata al televisore, ipnotizzata, come non mi era capitato per tutte e tre le serate! “Anastasio è proprio bravo”, ho detto! Ma quello che mi ha maggiormente colpito, e che forse deva fare riflettere, in un San Remo come questo, specie nella serata di ieri, è che nella commistione e nel confronto tra il passato più lontano ed il presente più progressista, a vincere sia il passato, che ci richiama a sé per indicare la strada giusta per il nostro futuro!
Tomasi di Lampedusa, che cito indegnamente, diceva Gattopardicamente “se vogliamo che tutta rimanga com’è bisogna che tutto cambi”, ma oggi, nel 2020, se vogliamo che tutto vada avanti bisogna fare cento passi indietro! Ma non si può concludere il commento della terza serata senza fare un riferimento al grande Roberto Benigni: un ingresso trionfale il suo, come ormai ci ha abituati! Il geniale premio Oscar de “La vita è bella” vuole cantare anche lui una cover e “si accontenta” di un brano della Bibbia, Il CANTO per antonomasia: il Cantico del cantici! L’amore il canto più grande dell’uomo “alla portata di ognuno”! Non mi sento di giudicare l’interpretazione del maestro, perché non ne ho le competenze! Personalmente l’ho trovato un intervento un po’ troppo forzato e decisamente fuori contesto, non per le parole usate e gli argomenti trattati, per carità, ma perché forse si è andati fuori tema Sanremo, meglio proporre una lettura così alta in uno dei tanti spettacoli televisivi del piccolo diavolo!
Di Maria Rosaria Corigliano
- Tags: amadeus, Ariston, benigni, cantico dei cantici, Corigliano, milly carlucci, Pelù, sanremo 2020