Una fredda serata di inverno è forse l’ideale per recarsi in un accogliente teatro cittadino vibonese, quello dell’oratorio dei salesiani, nel quale va in scena uno spettacolo dedicato alla vita di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, dal nome un po’ bizzarro quanto accattivante: Stato liquido! La compagnia teatrale che lo propone al pubblico di Vibo, dopo tre anni dalla sua prima messa in scena, realizzando così un piccolo grande sogno, è nata – come spiegherà alla fine il giovane e talentuoso produttore vibonese Antonio Tocco – con lo scopo di portare rappresentazioni teatrali dai forti contenuti educativi e sociali alle scuole, da qui in nome “Intervallo teatro”! La compagnia, infatti, si esibisce da tre giorni in spettacoli mattutini davanti ai ragazzi di diverse scuole del capoluogo, medie e superiori, e la serata di ieri rappresenta la conclusione di questa tappa importante, voluta fortemente da tutti gli organizzatori!
Si alza il sipario e fin da subito si comprende l’originalità dello spettacolo; ed infatti a raccontarci attraverso i suoi occhi, le sue sensazioni e grazie alla didascalia di una “ignota” voce guida, la vita dei due eroi è la figlia maggiore di Borsellino, Lucia! Un’unica grande ambientazione sul palco, nella quale si passa dagli uffici della procura di Palermo, alle case ed agli affetti famigliari dei due Magistrati, a simboleggiare lo scorrere “fluido” della vita dei due, tra casa e lavoro. Giovanni e Paolo erano la stessa persona in ognuno di questi luoghi, non portavano la loro vita personale a lavoro o il lavoro nella loro vita personale, ma la loro personalità era improntata ad una integrità umana e morale che invadeva anche la loro professione! “La voce guida” di Lucia, vera protagonista, in uno scorrere veloce ma intenso di tutti gli anni di lavoro del Pool antimafia, la conduce, le illustra e le preannuncia i più grandi fatti di sangue dell’epoca, fino a giungere alla morte dell’amico fraterno del padre, prima, e del suo carismatico genitore dopo!
Ed è sul finale che, in un lungo, accorato, emozionante, educativo ed oserei dire pedagogico monologo che la “voce guida” spiega il perché dello “Stato liquido”. Per noi giuristi è noto quali siano i tre elementi costitutivi di uno Stato: il popolo, il territorio e l’ordinamento giuridico e cioè l’insieme di regole e norme che reggono la vita del primo insediato materialmente nel secondo! Ecco, quando uno di questi elementi viene meno, lo Stato non regge più, si collassa, crolla, diventa liquido ed in questa nuova “forma” scorre su tutto il territorio, anche nel sottosuolo dello stesso, facendo venire meno le certezze ai cittadini che si aggrappano alla prima, e spesso non giusta, alternativa possibile!
Il finale è una standing ovation meritata ed emozionata, di un pubblico che coglie, specie in questo preciso momento storico, il forte messaggio che i giovani attori, registi e produttori hanno voluto mandare!
Vibo Valentia è anche e sopratutto questo: cultura e voglia di cambiamento!