“Gli over 65 sono quelli più a rischio contagio: chiediamo, a nome di tutti gli anziani calabresi, una chiara e corretta comunicazione affinchè ci si possa orientare nel migliore dei modi. Registriamo una confusione totale, al momento, non distinguendo quali le reali direttive da seguire”.
Il grido d’allarme arriva direttamente dal rappresentate degli anziani in Calabria, Maria Brunella Stancato, presidente dei Senior FederAnziani. “Invochiamo maggiore tutela – il monito della Stancato -. Le Rsa e più in generale le strutture residenziali per anziani sono state le realtà più colpite dal coronavirus a causa della maggiore vulnerabilità delle persone anziane e non autosufficienti ospitate in tali strutture. Per questo motivo accogliamo con soddisfazione la scelta compiuta dalla federazione italiana di costituire un Advisory Board formato dai massimi esperti del settore sanitario al fine di offrire suggerimenti alle direzioni delle Rsa sulla gestione dell’emergenza e di avanzare in merito precise proposte ai decisori politici”, annuncia il presidente Stancato. Quali? “Ricerca di soluzioni alternative, come gli alberghi, rispetto al trasferimento nelle Rsa dei pazienti positivi o che hanno superato la fase acuta; esecuzione dei tamponi sia agli ospiti che agli operatori, inclusi quelli in attesa di rientrare in struttura al termine della quarantena; garanzia di adeguata fornitura di dispositivi di protezione individuale agli operatori; formazione del personale alla gestione delle emergenze; supporto psicologico a ospiti e famiglie con una particolare attenzione alla trasparenza nella comunicazione; chiarezza organizzativa e delle responsabilità: queste le nostre idee”. Altro punto centrale, accanto a quello dei dispositivi, è quello dei tamponi che “devono essere effettuati in modo sistematico e non a macchia di leopardo, con esiti garantiti in tempi rapidi”.
Non va trascurato poi l’impatto psicologico dell’emergenza, da gestire con “un adeguato supporto a famiglie e ospiti, anche attraverso la strutturazione di unità dedicate a questo scopo e incentivando la comunicazione verso i familiari. Particolare attenzione va dedicata alla prevenzione dello stress e del burnout per coloro che lavorano all’interno delle strutture”, spiega la Stancato. Occorre, si legge nel comunicato, “riaffermare con chiarezza ruoli e responsabilità delle direzioni sanitarie rispetto alle procedure e dei medici del lavoro rispetto alla valutazione del rischio del personale” e “riportare la responsabilità precisa delle funzioni a ciascun soggetto. Il medico competente, in piena autonomia e senza condizionamenti, deve valutare accuratamente l’esposizione al rischio biologico del personale nel pieno rispetto dei protocolli”.
Non va dimenticata, infine, la mortalità degli anziani presso il proprio domicilio, che secondo quanto emerso da diverse ricerche, non va considerato necessariamente un luogo più sicuro delle Rsa: “La popolazione anziana rappresenta il segmento demografico che nel suddetto periodo del 2020 registra il più alto incremento dei decessi rispetto alla media dei 5 anni precedenti. Queste evidenze vanno tenute in debita considerazione nel ripensare l’attuale sistema di offerta residenziale”.