Intelligence, Michele Colajanni al Master in dell’Università della Calabria: “Nuovi mondi in agguato. Per le giovani generazioni la privacy non è più una virtù”.

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Michele Colajanni, professore ordinario di ingegneria informatica dell’Università Alma Mater di Bologna, ha svolto la lezione “Orientarsi nel mondo digitale e i 4 mondi in cui ci troviamo a vivere” al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
“Il disagio che proviamo- ha esordito Colajanni- è dovuto al fatto che viviamo in più dimensioni e erroneamente vogliamo applicare i princìpi di un mondo che non esiste più ma che risulta integrato in altri mondi”.
Il docente ha quindi spiegato i quattro mondi, partendo da quello fisico, che è quello in cui siamo nati ed abituati.
Colajanni è poi passato a delineare il mondo digitale che presenta caratteristiche completamenti differenti da quello fisico e ha preso origine dalla codifica digitale dell’informazione e poi dagli strumenti di elaborazione e di trasmissione. Questa combinazione ha consentito di cambiare il modo con cui tutta l’informazione (orale, stampa, pittura, musica, immagini, video) veniva rappresentata e gestita.

“Ogni informazione – ha proseguito – trasformata in una serie di 0 e 1 ha mutato integralmente lo scenario, incidendo sull’economia, sui valori e sulla cultura. Ad esempio, per le nuove generazioni si è passati dalla valorizzazione della privacy a quello della visibilità”.

“Il mondo digitale – ha spiegato – nasce in California negli anni Sessanta ed era contraddistinto da un ambiente di grande ottimismo anche psichedelico che faceva viaggiare la mente in libertà, in un mondo che voleva essere sempre più libero, interconnesso e solidale. Tale mondo trova poi realizzazione negli anni Novanta, attraverso la nascita e la diffusione del World Wide Web. In tale contesto, l’informazione da una storia millenaria gerarchica è divenuta reticolare. Pertanto, tutti possono accedere e creare informazioni senza barriere e censure. Non cogliere i segnali della conseguente dirompenza economica e politica ha rappresentato un grande errore di disattenzione di molti settori industriali e di tutti i partiti. Quando ne hanno compreso gli effetti era troppo tardi e nuove realtà economiche e politiche hanno preso il sopravvento.”

Successivamente il docente ha esaminato gli altri due mondi paralleli in costruzione: quello cyber fisico e quello della realtà virtuale noto come metaverso.

Nel primo caso, rappresentato dalla tecnologia dell’internet delle cose, i due mondi fisico e digitale si integrano con una nuova dirompenza tutta da valorizzare. Mentre il mondo del metaverso totalmente virtuale è un po’ più indietro nella realizzazione. Tuttavia, gli investimenti e gli interessi economici sono enormi, a partire da Facebook (oggi Meta) e Microsoft che ha acquisito per quasi 70 miliardi di dollari la società di videogiochi Activision. Per arrivare alla nuova arte digitale e alle aziende di abbigliamento sportivo e di moda, che stanno acquisendo società di grafica per poter fornire i propri prodotti digitalizzati agli utenti nel metaverso.

Colajanni ha quindi indicato che in un futuro più lontano vi sarà anche un quinto mondo ancora in divenire che sarà basato sui principi quantistici, caratterizzati da maggiore velocità dei computer e sicurezza delle comunicazioni, determinando priorità completamente diverse dai precedenti mondi.

Il docente ha quindi esortato gli studenti a non essere superficialmente critici verso le realtà che si stanno creando, ma a cogliere i segnali deboli che delineano i quattro mondi caratterizzati da valori economici ed etici completamente diversi dal mondo fisico tradizionale.

“In ciascuno dei mondi – ha precisato – si modifica il concetto di spazio-tempo; l’idea di persona in quanto a una sola entità fisica possono corrispondere diverse identità digitali; il concetto di Stato, poiché la delimitazione dei confini fisici tradizionali in alcuni mondi è superata. Ad esempio, nel mondo fisico le leggi sono legate ai confini nazionali; in un mondo completamente digitale e intrinsecamente internazionale, il Diritto ha molte difficoltà ad imporsi. Infatti, le vere norme attuabili immediatamente sono  dettate dalle società multinazionali digitali che offrono il servizio, dove il concetto chiave è l’effettiva possibilità di attuare una legge, non solo di emanarla”.

Pertanto, ha rilevato Colajanni, “è vero che il diritto tradizionale non viene modificato, ma ne soffre l’imposizione poiché non può usufruire su scala internazionale dei suoi potenti strumenti attuativi rappresentati dalla Magistratura e dalle Forze dell’Ordine. Non penso che la stragrande maggioranza gli utenti si senta vessata dall’accettazione dei terms of use. Oggi è chiaro a tutti che il prezzo dei servizi offerti gratuitamente è costituito dai nostri dati personali, ma questo non limita alcuno: le norme di chi eroga il servizio sono accettate perché, purtroppo, il valore del servizio ricevuto è ritenuto maggiore di quello dei propri dati”.

Colajanni ha dunque approfondito l’economia nel mondo fisico e in quello digitale, spiegando che il valore azionario di alcune imprese del mondo digitale hanno superato i mille miliardi di dollari di capitale, mutando radicalmente i rapporti di forza. Si stanno affermando le criptovalute che sono un elemento tipico della società digitale. Sono state create monete al di fuori dei sistemi finanziari internazionali e adesso, tardivamente, gli Stati provano a inseguire. Anche questa decennale sottovalutazione delle conseguenze delle criptovalute rappresenta una cattiva interpretazione di un segnale debole del 2009.

Il docente ha poi esaminato il tema della cyber war, precisando che quelle che preferisce definire cyberoperation sono attività praticabili anche dai Paesi poveri, in quanto la guerra sul terreno è costosissima.

Ha quindi spiegato che “stati che non avrebbero alcuna possibilità di confrontarsi in un’operazione militare fisica sono dei fastidiosi leader del cyber, come per esempio la Corea del nord, che avrebbe allestito reparti cyber che alimentano in modo consistente la propria economia. Dal canto suo, Israele rappresenta il massimo leader mondiale delle cyber operation se rapportata al numero dei suoi abitanti. Andrebbe presa ad esempio per tutti gli investimenti effettuati in conoscenza e competenza, in quanto la vera ricchezza del mondo digitale si basa proprio sulla conoscenza. Anche l’Olanda rappresenta una Nazione da seguire con interesse per le sue forze dell’ordine e le attività di intelligence, in quanto anch’essa dimostra che si diventa leader del cyber investendo molto più sulle persone che sulle infrastrutture”.

Colajanni si è poi soffermato sull’analisi degli interessi nazionali, precisando come sia importante investire nel mondo cyber fisico, in quanto nell’economia italiana riveste un ruolo importante il settore manifatturiero e l’Italia nel mondo cyber fisico può essere rilevante. Occorre pertanto tenere in considerazione le proprie priorità che possono talvolta divergere da alcuni Paesi della Comunità, ciascuno dei quali ha ben chiaro su cosa puntare.

In merito al sovranismo digitale europeo, il docente ha concluso che a livello teorico sarebbe auspicabile. Tuttavia, bisogna essere in grado non solo di esporre princìpi politici assolutamente condivisibili, ma di descrivere anche le modalità attuative concrete sottolineando come in tale ambito sia più realistico fidarsi di qualche fornitore di servizi digitali molto avanzati che realizzare tutto da zero perché “visti il nostro ventennale ritardo, adesso occorre necessariamente salire sul treno di qualcuno per creare il nostro mondo digitale.

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