Si è concluso il corso “Educazione e disinformazione ai
tempi del coronavirus” tenuto dalla cattedra di pedagogia della
comunicazione all’interno del corso di laurea magistrale in Scienze
Pedagogiche del Dipartimento Culture Educazione e Società dell’Università
della Calabria. Mario Caligiuri, titolare della cattedra di pedagogia della
comunicazione, ha ricordato che ad ottobre 2019 all’inizio dell’anno
accademico era stato individuato come tema dell’insegnamento la società
della disinformazione, della quale adesso l’interpretazione e la
comunicazione del coronavirus ne può essere considerata l’espressione più
piena. Infatti, per il docente “l’eccesso ingestibile delle informazioni
che ogni giorno ci investono unitamente al basso livello di istruzione e
di competenze tecniche crea un corto circuito cognitivo che impedisce la
comprensione della realtà. Appunto per questo, la chiave della pedagogia è
più fondamentale che mai, in quanto questa necessaria e doverosa
trasmigrazione forzata all’insegnamento on line indebolirà ulteriormente le
competenze, soprattutto nelle scuole di base. L’emergenza del coronavirus
ci è sembrata un’occasione per approfondire i temi centrali della
disinformazione e dell’educazione, che sono strettamente collegati. In
questo percorso formativo ci siamo immersi nell’acqua che scorre per capire
dove sta andando la corrente. Che è capiremo quando approderemo alla
riva”. L’insegnamento è stato impostato come sperimentazione, integrando
lezioni, seminari, approfondimenti individuali e condivisione costante dei
materiali di studio su una lista whatsapp appositamente predisposta.
Inoltre,
si è partecipato alla ricerca “Mutamenti sociali in atto COVID 19” del
Consiglio Nazionale delle Ricerche, tendente a rilevare le ricadute
psicologiche e sociali sul distanziamento sociale. Questo studio è stata
l’occasione per avviare un’ulteriore ricerca effettuata su tutti gli
studenti del corso, in cui si è sperimentato l’approccio del “sondaggio
deliberativo” ideato dalJames S. Fishkin.
Infatti, è stato dapprima
somministrato un questionario sull’impatto del coronavirus, poi ci sono
stati approfondimenti sul tema, e alla fine del corso è stato di nuovo
somministrato per verificare gli spostamenti di opinione e riflettere
sulle ricadute educative delle lezioni a distanza. I seminari sono stati
tenuti da Giulio Tarro, virologo di fama internazionale candidato per due
volte al Nobel, per approfondire l’origine, gli effetti e le conseguenze
mediche del virus; Piero Dominici, fellow della World Academy of Art &
Science degli Stati Uniti e direttore scientifico del “Complexity
Education Project” dell’Università di Perugia, per esaminare il
funzionamento del sistema mediatico e sul necessario ripensamento
dell’educazione; Luigi Giungato, dottore di ricerca dell’Università del
Salento e ricercatore della Società Italiana di Intelligence, per
ricostruire in modo accurato la narrazione del coronavirus sui social in
Italia che hanno determinato un’autentica “pandemia informativa”; Giuseppe
De Bartolo, già preside della Facoltà di economia dell’Università della
Calabria, per definire l’importanza della statistica in una corretta
interpretazione dei numeri del coronavirus, che lungi dal far comprendere
quello che realmente accade possono occultare la realtà; Manuel Scarso,
Responsabile della comunicazione del Comando Generale dei Carabinieri,
per illustrare la comunicazione istituzionale dell’Arma in questa fase
convulsa della vita nazionale. Particolare attenzione è stata riservata
alla preparazione dell’elaborazione delle tesine individuali per accentuare
il livello del pensiero critico, sviluppando la capacità di selezionare le
informazioni rilevanti. Tra i diversi temi su cui gli studenti si
eserciteranno da qui all’esame, emergono le differente percezione del
fenomeno tra e le ricadute tra Nord e Sud del paese, il ruolo della
disinformazione, i vari approcci educativi nella storia difronte alle
emergenza sanitarie come la peste e la spagnola, la rilevazione degli
indicatori positivi e negativi dell’insegnamento a distanza, la figura
dell’untore dal punto di vista letterario attraverso i libri di Giovanni
Boccaccio, Alessandro Manzoni, Albert Camus e Gesualdo Bufalino oltre che
le vicende calabresi della strage dei pettinai di Santa Caterina Albanese
del 1848 e dell’eccidio di Verbicaro del 1911. La documentazione prodotta
verrà resa consultabile on line sul sito dell’Università della Calabria.