Coldiretti Calabria:. annus horribilis per il florovivaismo calabrese. Le testimonianze di due imprenditori :il contributo regionale utile per offrire un caffè ai clienti

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Vanno all’unisono due imprenditori florovivaistici della Coldiretti nel definire“Annus horribilis” il 2020 per il comparto calabrese. Sono Francesco Iantorno responsabile amministrativo dell’azienda Florovivaistica Cavalieri &Papajanni srl di Bisignano (CS), 35 ettari in serre/vetro, e Andrea Santacroce presidente della coop. Florencia di Pizzo Calabro (VV),36 ettari di cui 20 coperti in serra. Due delle maggiori aziende calabresi strutturate, molto spinte, con produzioni biologiche, che esportano e hanno (meglio dire avevano) un florido mercato nazionale. Il settore florovivaistico calabrese – affermano – è in grande sofferenza e a rischio chiusura; è stato fortemente penalizzato dal lockdown per Covid-19, avvenuto proprio nei mesi primaverili in cui le aziende realizzano la parte più consistente del fatturato, ma nel quale hanno anche  spese notevoli per il riscaldamento delle serre. A distanza di mesi, la perdita secca subita dalle aziende calabresi del comparto è rilevante, sicuramente sopra il 40% e questo a costi invariati. Il comparto in Calabria, conta su numeri significativi, una forte innovazione, una capacità di penetrazione dei mercati e assicura lavoro a qualche migliaio di lavoratori tra stagionali e fissi, oltre l’indotto. Le aziende nella nostra regione sono oltre 160, tra grandi, medie e piccole e generano un valore alla produzione che nel 2019 si era attestato a circa 73milioni di €uro. “Nel 2020 il calo – conferma Iantorno –  è stato fino ad adesso e per quanto ci riguarda di oltre il 20%. Nei tre mesi primaverili – spiega – abbiamo letteralmente buttato fiori per un valore di 1,8milioni di €uro con un’inevitabile contrazione delle giornate lavorative. Ricordo – aggiunge, che diamo lavoro a 200 famiglie”. Andrea Santacroce descrive una situazione ancora più pesante con una perdita del 50% che ha comportato un taglio per ora sulla  manodopera del 40% sui 120 lavoratori che l’azienda assume. “Se le cose proseguiranno così – afferma – siamo destinati a chiudere, anche perché siamo nell’incertezza più assoluta e in questo lavoro c’è bisogno di programmare”. La regione Calabria, – ricorda Coldiretti – per venire incontro alle aziende florovivaistiche causa emergenza COVID, ha strutturato la Misura 21 del PSR Calabria 2014-2020  che ha concesso premi forfettari alle aziende in crisi di alcuni comparti tra i quali quello florovivaisitico. Hanno avanzato domanda complessivamente 141 aziende (13 non ammesse). “Si tratta– conferma Iantorno – di 7mila €uro, una cifra insignificante che – commenta con ironia –  utilizzeremo per offrire il caffè ai clienti. Simile è il commento di Santacroce che parla di pannicelli caldi e privi di significato. E allora cosa bisogna fare? Le indicazioni sono precise: far slittare, ancora per qualche anno, il pagamento dei mutui  bancari e ripianare le passività perché questo genera liquidità. I mutui che abbiamo – aggiungono – servono per coprire le perdite e quindi senza un sostegno immediato non ce la possiamo fare. “Se non si interviene con un sostegno immediato –afferma Santacroce – la situazione si aggraverà anche sul fronte dei livelli occupazionali”. A questo proposito chiedono anche un credito d’imposta sulle perdite. “I nostri competitor olandesi – attesta Iantorno – sono stati aiutati moltissimo dallo Stato mentre, per quanto ci riguarda, abbiamo avuto dall’Agenzia dell’Entrate 40mila €uro”. “A forte rischio c’è il futuro di un settore chiave e in decisa espansione del Made in Calabria agroalimentare, commenta Franco Aceto Presidente di Coldiretti Calabria. Il florovivaismo è stato particolarmente colpito dal lock down, è stato l’unico settore a subire il blocco della commercializzazione e risente ancora delle forti limitazioni per feste e cerimonie. Dovrebbe essere destinatario di maggiore attenzione e aiuti specifici. Per quanto ci riguarda continuerò a battermi per un provvedimento regionale sulla ristrutturazione finanziaria delle imprese con un ammortamento trentennale”. Questa  – chiosa  – è la madre di tutte le nostre battaglie.

 

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