A Joppolo tutto tace sulle misure anticovid A Joppolo tutto tace sulle misure anticovid

A Joppolo tutto tace sulle misure anticovid

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“Non c’è peggior cosa che parlare ai sordi, ovvero fuor di metafora agli amministratori di questo Comune”.

Lo afferma l’ex sindaco Salvatore Vecchio che denuncia la mancanza di comunicazione da parte dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Carmelo Mazza riguardo le misure anticovid adottate.

“Giorno 5, afferma – a seguito delle vibrate, motivate proteste di alcuni cittadini, abbiamo letto sul sito della “protezione civile” un comunicato apparentemente con il quale si dava notizia che, con riferimento ai quattro casi positivi di Covid 19 nella nostra comunità, prontamente l’ente locale ha adottato tutte le misure occorrenti per fronteggiare la diffusione del virus in attesa di disposizioni dell’Ente preposto” . A distanza di una settimana da quel comunicato nessuna altra comunicazione circa le misure adottate

Salvatore Vecchio

e, se adottate in religioso silenzio, circa i risultati ottenuti. Nessun comunicato tranquillizzante e neanche un rigo circa le misure adottande. Sicché il pomposo, tautologico invito municipale ad “evitare sterile allarmismo”, ha finito con l’accentuare il preesistente allarme, che ancora persiste e che non riesce a cogliere solo chi è sordo e cieco, nonché muto perché uso a rifiutare il dialogo con i cittadini. Allarme che è stato accentuato dalla lettura dell’ultima ordinanza sindacale con la quale in via precauzionale “per esigenze sanitarie a carattere esclusivamente locale” e, tuttavia, senza alcun riferimento e congrua motivazione in ordine allo stato della pandemia nel territorio comunale, è stata ancora differita la sospensione dell’attività didattica in presenza in tutte le scuole del Comune, così optandosi per la soluzione più drastica e più semplice: la chiusura delle scuole in luogo della messa in sicurezza delle stesse, compreso lo screening  per alunni, docenti e personale amministrativo”.

Per l’ex amministratore, la vita continua e oggi come ieri, sotto la pioggia e una arietta gelida, il solito assembramento di persone, per lo più anziane, che nei giorni pari, quelli in cui “Poste Italiane” apre le porte all’utenza, attendono con grande pazienza e tanta rassegnazione di potere varcare, uno alla volta, la soglia dell’ufficio. “Che oggettivamente è diventato probabile luogo di contagio – dichiara Vecchio -. Nessun comunicato, non una parola per dire ai cittadini che in quello ufficio si può stazionare tranquillamente perché costantemente sanificato. Non una parola per condannare fortemente il comportamento di “Poste Italiane”, peraltro umiliante della dignità delle persone costrette, con o senza mascherina, al freddo e alla pioggia. Nessun comunicato per dare conto ai cittadini delle iniziative forti eventualmente (?) assunte o che si intendono intraprendere nei confronti di Poste Italiane perché ripristini il servizio per tutto l’arco della settimana, come l’esercizio del potere di ordinanza, il ricorso alla giurisdizione amministrativa, la richiesta di intervento del Prefetto, la restituzione della “fascia tricolore”. Dopo l’invito ad “evitare sterile allarmismo” sono stati tracciati persone e luoghi, fonte di possibile contagio? Se si, con quale risultato?”

“Non faccio l’elenco dei Comuni – afferma -, ma sono tanti quelli i cui amministratori per tutelare il bene-salute delle loro comunità si sono preoccupati di promuovere uno screening di massa. Qui non si ha notizia di alcuna iniziativa in tal senso. E’ stata anche proposta l’assunzione di un “infermiere di comunità” e anche a fronte di questa proposta l’arroganza che fa il paio con la saccenteria e l’inconcludenza consiglia il mutismo. In questo  Comune- voglio ripeterlo- nel quale l’Ente è vissuto come un “bancomat”, dove anche per muovere una pietra, oltre al rup, si avverte il bisogno di retribuire il “supporto al rup”, non si avverte la impellente necessità di dare ai cittadini, particolarmente in questo momento di pandemia, un minimo di “supporto sanitario, posto che i medici di base assicurano la loro presenza nel territorio comunale solo e soltanto per tre giorni la settimana. Con la salute non si scherza!  E neanche con la pazienza dei cittadini!

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