Badia è un piccolo paesino che si estende nella parte orientale della collina Piraino. E’ un antico borgo, ricco di storia. Il centro abitato della frazione, però, è terra anagraficamente divisa in due da un torrente e da un piccolo ponticello che fa da confine ad altrettanti comuni, quello di Nicotera e Limbadi.
A parte che per le elezioni amministrative, a questa ripartizione pochi ci pensano perché a Badia che conta poco più di trecento abitanti, tutti si conoscono, tanti sono apparentati fra di loro. Una situazione anomala certo, che, però, non è mai stata vissuta come un grosso problema, un impedimento. Adesso, però, la pubblicazione dell’ultimo Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 3 dicembre, con il Governo che ha deciso di chiudere i confini dei comuni per il 25 e 26 dicembre e l’1 gennaio, farà vivere ai suoi residenti una vicenda surreale, onirica, anche iniqua ed ingiusta. Proprio così, perché quella divisione comunale, quel limite territoriale, nei prossimi giorni dividerà, infatti, anche per pochi metri, numerose famiglie, amici, conoscenti. Il solo uscire da casa per fare i rituali auguri, significherebbe oltrepassare uno sbarramento che potrebbe costare caro, beccarsi una multa salata.
“Questa strana situazione – afferma una signora della piccola frazione – non ci permetterà neanche di fare gli auguri a quelle persone con le quali ogni anno pranzavamo e cenavamo insieme. Io, ad esempio, ho zii e cugini dall’altra parte del “confine”. Quest’anno non potrò neanche andare e fare gli auguri. Tanti si trovano nella mia stessa situazione. Così come quella di una mia conoscente che vive nell’area del comune di Limbadi, ma i suoceri risiedono nella parte nicoterese, per Natale dovranno provvedere. Ma di casi simili in paese ce ne sono moltissimi. Sarà arduo e problematico per tutta noi di Badia festeggiare quest’anno il Natale”.
A riscaldare gli animi di una popolazione fortemente penalizzata da una situazione grottesca è anche il fatto che l’unica chiesa si trova nel comune di Nicotera perciò chi rientra amministrativamente nell’altro territorio comunale non potrà percorrere a piedi i pochi metri che li separa per andare a messa. “Sarà un problema – dichiara la signora – con queste restrizioni che vietano spostamenti, anche perché le persone più attive a livello religioso che provvedono alle pulizie e fanno parte del coro che allieta tutte le funzioni vivono nel comune di Limbadi. La cosa più grave è che rischiamo di non poter presenziare neanche alla Santa Messa natalizia”.
Anche il sindaco Giuseppe Marasco appartiene ad una di quelle famiglie che ha i parenti che vivono a Badia di Limbadi. “Per noi – afferma – era una tradizione consolidata ritrovarsi ogni anno per le festività. Come Comune non possiamo fare nulla in merito alle decisioni del Governo, possiamo solo agire attuando delle azioni restrittive, nient’altro”. C’è, però, ancora una piccola speranza. Il premier Giuseppe Conte, infatti, starebbe riflettendo sull’opportunità di allargare le possibilità di spostamento tra comuni nei giorni di festa, magari assumendo la Provincia come limite territoriale.
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