Inizia nel migliore dei modi e con il consueto impegno l’anno del Rotary Club Nicotera Medma che già agli inizi del mese di gennaio, in modalità remoto, ha presentato il progetto per la costituzione del Centro di ascolto e antiviolenza intitolato a Maria Chindamo, nota imprenditrice scomparsa diversi anni orsono.
L’evento, dopo i saluti del presidente Mario Romano che ha voluto ringraziare tutti per la rilevante e concreta iniziativa, ha visto quelli dei soggetti collaboratori al progetto: il presidente del Rotaract Teodoro, Pietro di Certo, di Mariarosaria Russo, preside dell’I.C. Piria di Rosarno dove avrà sede il centro, Elisa Ferraro Ursino presidente Inner Wheel Nicotera e Maria Campisi, presidente dell’associazione Omnia Onlus di San Ferdinando, nonché Vincenzo Chindamo, fratello di Maria, testimone della battaglia portata avanti nel nome della sorella e imprenditore.
A seguire il momento degli interventi più sentiti, emozionanti e puntuali sul ruolo della donna e sulla violenza che spesso subisce, e, quindi, le ragioni della creazione del centro, in un territorio ed una città molto difficile. Maria Angela Galluccio, responsabile dei servizi sociali del Comune di Rosarno e socio del club nicoterese, da addetta ai lavori ha sottolineato la difficoltà del contesto territoriale per una donna che denuncia, poiché spesso non solo affronta le conseguenze in famiglia ma non viene creduta. Quale componente del nascituro centro ha inteso, fin da subito, dare atto della disponibilità di tutti i componenti ad essere contattati ed a dare tutti i supporti con la necessaria garanzia di anonimato e la importanza dell’iniziativa essendo di rilevante importanza una struttura di tal tipo.
Francesca Mallamaci, presidente dell’Associazione “Piccola Opera Papa Giovanni Onlus”, ha fornito una precisa testimonianza del lavoro svolto dal centro rappresentato, composto da varie figure professionali che convergono tutte nel supportare la persona che ha subito violenza. E sul concetto di violenza, sia essa fisica che economica piuttosto che psicologica, che ha iniziato un importante excursus, precisando che la violazione dei diritti non esclude alcuna classe sociale. La Mallamaci, con grande pragmatismo, ha esposto le varie fasi della violenza senza nascondere il rischio che la vittima torni dal maltrattante. Ha posto l’accento sulla necessità di ascolto delle singole storie che deve portare ad instaurare una relazione di fiducia con chi la segue. Non ha nascosto l’importante investimento di tempo che si rende necessario per un centro antiviolenza e la necessità che vi sia anche una progettualità economica e psicologica con la donna e la necessità di riposte immediate e concrete da parte delle istituzioni e delle associazioni presenti sul territorio. Ha posto l’accento sull’importanza dell’educazione nelle giovani generazioni. E da questo importante concetto è iniziato l’intervento di don Pino De Masi, già Vicario Generale della Diocesi Oppido-Palmi e referente di Libera, che ha rilevato l’importanza della cultura per poter offrire dignità alla donna che da cristiani sappiamo quanto essa sia stata guida per il popolo di Israele e la cui importanza è sempre sottolineata da Papa Francesco. “La creazione del centro – ha affermato Don De Masi- è un segnale importante e concreto e servirà, certamente, per sostenete la cultura della difesa della dignità con una vera sinergia tra le varie realtà sociali. L’intitolazione del Centro a Maria Chindamo ha una doppia valenza: da una parte, il ricordo sempre presente di questa donna, la cui scomparsa è legata ad un fatto certamente mafioso, e dall’altra la creazione di uno strumento di sostegno e di concreta legalità”.
Le conclusioni sono state affidate a Maria Rita Acciardi, past Governor del Distretto 2100 del Rotary International, che nel complimentarsi per la concreta iniziativa del club, ha improntato il proprio intervento sull’importanza della donna nella società, pur evidenziando come i numerosi strumenti giuridici, dal codice rosso all’inasprimento delle pene in caso di femminicidio, non hanno, purtroppo, mutato la cultura violenta della nostra società. Anch’ella ha ribadito e sottolineato come sia significativo che il centro antiviolenza sia stato intitolato a Maria Chindamo ed abbia la propria sede in una scuola, quale luogo di formazione di uomini e donne del domani.
Un dibattito con le domande degli interventi moderato da Giacomo Saccomanno, che ha posto l’attenzione sulla indispensabilità del centro quale momento di crescita del territorio e sulla valenza dello stesso per immortalare la vicenda di Maria Chindamo che aspetta verità da moltissimi anni. Lo stesso ha concluso ribadendo la necessità della creazione di una rete tra le varie associazioni e soggetti attivi nella società e l’augurio che il centro possa diventare un modello per la creazione di altre strutture del genere in diverse città calabresi. Un ringraziamento particolare alla sensibilità del presidente Mario Romano e della preside Mariarosaria Russo che ha consentito la creazione della struttura ed è, da moltissimi anni, il punto di riferimento e la luce dell’intero territorio della Piana.