Il Giardino dei Finzi-Contini  di Giorgio Bassani

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Il Giardino dei Finzi-Contini  di Giorgio Bassani, Universale Economica Feltrinelli, è un  bellissimo romanzo nel quale l’autore racconta l’amore, l’amicizia, i progetti di vita e le partite a tennis di alcuni ragazzi ebrei di Ferrara  durante gli anni dell’Università.

Il Giardino in cui si svolge la vicenda tra il 1938 e il 1941, è “un piccolo mondo antico”, al riparo da quello che in quel determinato periodo stava succedendo, mi riferisco all’ immane tragedia della Shoah.

I personaggi del libro escono  tutti dalla memoria dell’autore quasi vent’anni dopo i fatti, durante una gita a Cerveteri.

“Da molti anni desideravo scrivere dei Finzi-Contini – di Micòl e di Alberto, del professor Ermanno e della signora Olga – e di quanti altri abitavano o come me frequentavano la casa di corso Ercole I d’Este, a Ferrara, poco prima che scoppiasse la l’ultima guerra. Ma l’impulso, la spinta a farlo veramente, li ebbi soltanto un anno fa, una domenica d’aprile del 1957”.

Il protagonista del romanzo è un quindicenne, disperato per un brutto voto preso ad un esame di licenza, che viene consolato dalla coetanea Micol Finzi-Contini.

L’amore tra i due adolescenti sboccia subito, ma la famiglia Finzi-Contini cambia sinagoga e di conseguenza i  due giovani si  perdono di vista.

Dopo la promulgazione delle leggi razziali, il protagonista viene allontanato dal Club di tennis e Micol, sparita per nove anni, lo invita a giocare a casa sua. Si viene così a creare un gruppo di amici composto dal protagonista, Micol, il fratello di lei Alberto e da Malnate.

Nel giardino il  protagonista e Micol trascorrono lunghi pomeriggi a passeggiare e a parlare, all’ombra degli alberi, che Micol adora.

Ed è proprio lì che si riaccende il vecchio sentimento, ma proprio quando la loro relazione si stringe di più, Micol parte per Venezia per conseguire la laurea.

Così Giorgio trascorre le giornate ad aspettare il ritorno di Micol, in compagnia di suo fratello e di Malnate, spesso fermandosi a cena presso la famiglia della giovane amata.

Ma quando Micol ritorna e lui la bacia, il loro rapporto va inclinandosi, fino a quando Micol non allontana definitivamente Giorgio, convinta che un amore tra due persone troppo simili non può nascere veramente.

Giorgio non si rassegna ed inizia a frequentare il Malnate, persona nella quale forse Micol aveva trovato l’amore che desiderava; ma questo resta solo un dubbio del protagonista.

Una notte Giorgio entrato di nascosto nel giardino decide di lasciare perdere Micol e se ne va rinunciando a lei per sempre.

Il romanzo si conclude in un breve epilogo in cui è narrata la fine della famiglia Finzi-Contini: Alberto muore di tumore giovanissimo, gli altri vengono deportati nei campi di concentramento, mentre Malnate morì in guerra sul campo russo.

Un romanzo scritto con il cuore ,che arriva al cuore, perché in fondo in ognuno di noi nella nostra anima c’è nascosto un giardino intriso di bellezza e nostalgia.

Pubblicato  per la prima volta nel 1962 da Einaudi, si è aggiudicato il premio Viareggio.

Nel 1970, il regista e attore italiano Vittorio   De Sica ha preso spunto dal romanzo di Bassani  e ha realizzato un film omonimo.

Giorgio Bassani era nato nacque a Bologna il 4 marzo del 1916 da una famiglia della borghesia ebraica, ma aveva trascorso l’infanzia e la giovinezza a Ferrara, città destinata a divenire il cuore pulsante del suo mondo poetico, dove si  era laureato in Lettere nel 1939. Durante gli anni della guerra  aveva partecipato attivamente alla Resistenza, conoscendo anche l’esperienza del carcere. Nel 1943 si era trasferito a Roma, dove aveva vissuto per il resto della vita.

Dopo un lungo periodo di malattia, segnato anche da dolorosi contrasti all’interno della sua famiglia, Giorgio Bassani è morto proprio  a Roma il 13 aprile del 2000, all’età di 84 anni.

Tra le sue opere ricordiamo: “Dietro la porta” (1964), “L’Airone” (1968) e “L’odore del fieno” (1973), riunite nel 1974 in un unico volume insieme al romanzo breve “Gli occhiali d’oro” (1958), dal significativo titolo “Il romanzo di Ferrara”.

 

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