MONS.  GIUSEPPE COGNATA: UN CAMMINO INTRISO DI AMORE, CARITA’, SOFFERENZA E MISERICORDIA

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Nell’anno che Papa Francesco ha dedicato a San Giuseppe, vogliamo ripercorrere la vita di un grande Giuseppe, una vita all’insegna della Misericordia.

Dopo “averlo conosciuto” sono convinta che nei momenti di sconforto, quando ci sentiamo ingiustamente perseguitati, dobbiamo guardare a Lui, a questo grande padre Salesiano, Vescovo di Bova e fondatore delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore, perché l’amore e la fede in Dio vincono sempre.

Mons. Cognata nasce ad Agrigento nella bellissima Sicilia il 14 ottobre del 1885.

Secondogenito di Vitale Cognata e Rosa Montana.

La sua famiglia è dedita alla cultura, il padre è affiliato alla Massoneria.

Giuseppe studia al Collegio San Basilio di Randazzo, (entrato perché la madre fervente cristiana era riuscita a convincere il marito) dove si innamora del carisma Salesiano.

Nel 1900, dopo aver conseguito la licenza ginnasiale, torna a casa e comunica al padre la sua vocazione salesiana.

Il padre accoglie male la notizia, perché ben altri erano i progetti per il figlio.

Iniziano tante discussioni e lotte, ma alla fine Giuseppe riesce ad entrare tra i Salesiani.

Sulle orme di Don Bosco, Giuseppe si innamora di Maria Ausiliatrice e di Gesù Eucaristico: vuole essere “ostia con Gesù”, cioè offerto con Lui, in adorazione a Dio per la salvezza del mondo, sul Calvario e sull’altare del Sacrificio della Messa.
Giuseppe è studente, novizio e chierico di singolare bontà e virtù, animato sempre dalla gioia di donare, di “servire il Signore nella gioia”, come ha insegnato don Bosco.
Studia brillantemente filosofia e teologia

Legge libri di autori i classici e contemporanei.

Conosce e apprezza maestri di spirito ed educatori cristiani

Il 5 maggio del 1908 emette la professione perpetua a San Gregorio di Catania, nelle mani del Rettore Maggiore Michele Rua e il 29 agosto del 1909 riceve ad Acireale l’ordinazione sacerdotale dal vescovo Mons. Arista.
Don Giuseppe, in seguito consegue le lauree in Lettere e in Filosofia all’Università di Catania, e quindi inizia la sua missione di sacerdote e di educatore in mezzo ai giovani: è insegnante e superiore nei collegi di Bronte (Catania), Este (Padova) e Macerata.

Sin da subito dimostra di essere un grande Salesiano con il dono e l’arte dell’amicizia.

Scoppia la Prima Guerra Mondiale e ritorna in Sicilia come soldato, in fanteria, a Trapani.

Alla fine della Guerra, proprio a Trapani   fonda e dirige la prima opera salesiana della città, facendo sorgere dal nulla, una chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice e diventa per tutti un importante punto di riferimento.
E’ eccezionale e carismatico, i superiori lo mandano direttore a Randazzo, a Gualdo Tadino in Umbria, a Roma al Sacro Cuore, presso la stazione Termini.

Il 16 marzo 1933, a 47 anni, è eletto Vescovo di Bova, in Calabria, da papa Pio XI.

A Bova, entra nel giugno 1933.

Nel suo stemma vescovile le parole di San Paolo:” Charitas Christi urget nos”.

La diocesi che gli è affidata, è una diocesi povera e difficile, con le parrocchie sparse in diversi punti dell’Aspromonte.

Povertà e analfabetismo imperano sovrani, in tutte le località della diocesi non c’è né acqua né luce.

Molte chiese e case canoniche non sono altro che fatiscenti costruzioni, dove resistono ancora i segni del terremoto di Messina del 1908.

Il clero scarso, assenti le suore per l’educazione dei piccoli e l’aiuto ai più poveri, non ci sono, asili. Persino la casa destinata a lui è povera e disadorna: studio e sala da ricevimento sono separati dalla stanza da letto da un tendone. Lui però la chiama “la reggia”.
Monsignor Cognata capisce che deve iniziare da zero e  chiede consiglio al papa Pio XI.

Il Papa lo incoraggia a dar vita ad nuove iniziative nello spirito di Don Bosco.
Il giovane Vescovo prega, spera e soprattutto agisce e così il 17 dicembre 1933, a soli sei mesi dal suo ingresso, dà inizio alle Suore Salesiane Oblate del Sacro Cuore.
Il loro primo impegno è a Pellaro, poi aumentando le vocazioni, vanno a lavorare a Bova Marina e alla fondazione di “missioni” in diocesi di origine e in altre della Calabria e della Sicilia.
Al momento della fondazione del suo Istituto, indica alle sue figlie l’oblazione con Cristo, come ideale e stile di vita, nell’umiltà, nella piccolezza, nel sacrificio, nella ricerca dei luoghi più poveri e più difficili.

Mons. Cognata insegna che «la parola d’ordine dell’oblazione è: tutto per Gesù», e che le sue suore devono vivere in totale unione con Gesù-Ostia nel sacrificio eucaristico dell’altare.
Per le sue suore e per tutti i fedeli diocesani, ad iniziare dai  preti, spiega che «l’Oblazione è la perfezione della vita cristiana vissuta in olocausto di carità, uniti a Gesù, che tutto offrì per nostro amore».
Tutti sono affascinati dalla sua capacità di amare e donarsi: in poche parole è il Vescovo della Redenzione e perciò dell’oblazione con Gesù.
Ma il diavolo è in agguato e contro di lui arrivano calunnie che lo costringono a portare una dolorosa croce per molti anni.

Calunnie scaturite dai fatti di Casalbruciato, una borgata di Roma, dove a Villa Fassini, dimora del barone Alberto Fassini Camossi, imprenditore eclettico originario di Moncalvo (Alessandria), delle suore arrivate in missione sono irretite dalle arti del proprietario.

Mons. Cognata chiude subito la missione e contro di lui si scatena la vendetta del barone, peraltro vicino al regime fascista.

Partono altre calunnie e denunce. Inizia il suo cammino sulla via dolorosa.

Il 5 gennaio 1940 gli viene comunicata la sentenza di condanna: rimozione da vescovo di Bova, sospensione perpetua dall’ordine episcopale, destituzione come fondatore delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore con la proibizione di ogni contatto.

Inoltre non può più esercitare il suo ministero episcopale.

Don Luigi Castano autore del libro “Il Calvario di un vescovo” dice: “Umile e mite come la vittima sul Calvario Mons. Cognata accetta in silenzio e si offre, come modello di perfetta obbedienza ed oblazione: così permette per lui il Divino Modello”.
Va a vivere con i confratelli salesiani prima a Trento, poi a Rovereto (1941-1952) infine a Castello di Godego (Treviso) dal 1952 al 1972, accettando il suo nuovo stato di vita come compimento di un voto fatto a Dio per ottenere la grande grazia della conversione di suo padre.

Grazia che ottiene perché suo padre  ritorna alla fede!
Per 32 anni, fino alla morte, Mons. Giuseppe Cognata vive nel nascondimento, nella preghiera, nell’umile e fecondissimo lavoro sacerdotale, soprattutto come direttore spirituale, in perfetta oblazione sacrificale di sé, come Gesù sulla croce.
Nel 1962  il papa Giovanni XXIII, grazie alla mediazione del vescovo di Treviso Mons. Antonio Mistrorigo, lo riabilita nell’ordine episcopale e Mons. Giuseppe Cognata può partecipare al Concilio Vaticano II.
Il 29 gennaio 1972, ha la  grande gioia di vedere il pieno riconoscimento pontificio dell’Istituto da lui fondato.
Viene invitato a Roma, dove non può mancare per quell’ultima festa dedicata a lui, che ha versato lacrime amare, ma che ora viene riconosciuto come Fondatore.
Da Roma si reca a Pellaro, là dove 40 anni prima era nata la sua Opera.
A Pellaro muore 22 luglio 1972.

Le sue spoglie oggi riposano nella casa generalizia delle Suore Salesiane Oblate del Sacro Cuore a Tivoli (RM).

Dopo la sua morte, tanti sono stati i segni attribuiti alla sua intercessione, tanto che i vertici salesiani inoltrano diverse istanze di autorizzazione, all’introduzione della causa di beatificazione.

Per moltissimi anni l’iniziativa non ha  esito felice.

Nel marzo 2015 un Gruppo di Giuristi cattolici reggini studiano meticolosamente la vicenda, pervenendo così alla chiara e incontestabile conclusione dell’assoluta innocenza di Mons. Giuseppe Cognata.

In seguito tutta la documentazione è stata presentata a Papa Francesco nel 2016.

Il 15 aprile del 2020 La Congregazione delle Cause dei Santi comunica che il santo Padre Francesco ha dato il suo consenso all’apertura della causa di beatificazione di Mons. Giuseppe Cognata, S.D.B., vescovo di Bova.

La notizia arriva nel pieno della pandemia causata dal Covid 19 ed è accolta con grande gioia dalla Congregazione delle Salesiane Oblate, da tutta la Famiglia Salesiana e da numerose comunità ecclesiali nel mondo.

Ringrazio suor Caterina Quattrone Superiora Provinciale delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore della Calabria e della Sicilia; senza il suo prezioso aiuto non avrei potuto parlare di Mons. Cognata.

Suor Caterina ha sottolineato che è il Signore a guidare la Storia di tutti noi.

Dio ha guidato anche la mia piccola storia, portandomi a Pellaro, nella stanza dove Mons. Cognata è ritornato alla Casa del Padre, dove da lì continua il suo apostolato di amore infinito.

 

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