Carlo Guarna Logoteta

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Promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos congiuntamente con lo Spazio Open si è tenuto l’incontro, patrocinato dalla Deputazione di Storia Patria per la Calabria, sempre in remoto, sulla figura di Carlo Guarna Logoteta, storico ed esponente politico reggino fieramente avverso al Risorgimento e sostenitore fino all’ultimo della dinastia dei Borboni di Napoli. A parlare il Dott. Fabio Arichetta, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e dell’Istituto di Storia del Risorgimento Italiano. Carlo Guarna Logoteta  nacque a Reggio Calabria il 15 giugno 1815 da Pasquale e Giovanna Logoteta, fu battezzato con i nomi di Carlo Antonio nella parrocchia di santa Maria d’Itria nel quartiere di Sbarre. Frequentò il Real Collegio dove manifestò ben presto  il suo orientamento per la storia e l’archeologia. Studioso di latino e greco collaborò con il periodico «La Fata Morgana» fondato da Domenico Spanò Bolani, presto soppresso dalla polizia borbonica,  il cui primo numero vide la luce nel 1838 .  Il suo primo articolo si intitolò Osservazioni sopra un punto di topografia reggina.  Nel 1845 pubblicò  le Ricerche storiche sul titolo di Itria dato a Maria Santissima e sul culto a lei prestato nel Regno di Napoli   e nel 1851 l’opuscolo Di Diana Fascelide e del suo tempio in Reggio, che costituiva un contributo fondamentale sulla ricerca del sito. Tale lavoro incontrò il favore dei maggiori studiosi calabresi e reggini di archeologia, nonché di studiosi tedeschi. Fu anche redattore dell’«Albo reggino». Luigi Aliquò Lenzi, a seguito “di acute e fortunate indagini” su un manoscritto della Biblioteca Comunale Pietro De Nava, intitolato Tre lustri di Storia patria. Memorie di un reggino: dal 1846 al 1860, con prove ineccepibili e con osservazioni puntuali dimostrò che la paternità del volume era da attribuirsi di Carlo Guarna Logoteta, di cui è ben nota la Cronistoria di Reggio Calabria dal 1799 al 1847 pubblicata nel 1891 quale continuazione della storia dello Spanò Bolani. L’opera,  continuazione della  Cronistoria,  è manoscritta e più tardi edita a cura del Prof. Di Giorgio riporta notizie ed episodi arricchiti da preziose testimonianze su uomini e fatti del Risorgimento che altrimenti sarebbero rimasti  ignorati. Egli fu sino alla fine un fervente borbonico, una scelta di campo “perdente”  che mette in luce la sua forte coerenza ed il sovrano disprezzo verso l’opportunismo politico dei più. E’ pur vero, comunque – come evidenzia  Domenico di Giorgio – «che i giudizi che egli dà su uomini e fatti sono spesso quelli che può dare un sanfedista ed un borbonico dall’orizzonte molto chiuso e limitato». Il suo lavoro in ogni caso è la testimonianza viva e immediata di un contemporaneo che del processo  unitario offre  un punto di vista forse discutibile ma utile a cogliere il sentimento che attraversava una parte della vecchia aristocrazia borbonica cittadina dinanzi al rapido incalzare degli  eventi. Si spense nell’allora ancora villaggio di Sbarre il 29 agosto 1882, nel villino di famiglia, oggi in parte esistente, all’età di 67 anni. Qui si era confinato, in una sorta di esilio volontario e silenzioso,  dopo il suo ritorno da Malta nel 1862, isola nella quale trovò rifugio dopo essere stato espulso  da Plutino.  Lo definiva, infatti, il suo eremo delle Sbarre.

Da domani mattina l’incontro potrà essere visualizzato su You Tube e sul sito facebook dell’Associazione Anassilaos.

 

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