Per rendere l’ultimo saluto a Michele Porcelli, cameramen dell’emittente “LaC tv”, morto tragicamente sul lavoro cadendo in un dirupo, nella chiesa di San Pantaleone sfilano, nel rispetto delle norme anti-Covid, giornalisti, operatori di ripresa, amici, parenti, cittadini. C’è il team de “LaC” al completo, non mancano i rappresentanti della maggiori testate giornalistiche regionali e nazionali. Arrivano da ogni parte della Calabria e non tanto per adempiere ad un atto di circostanza, quanto per il dirompente, interiore bisogno di poggiare la mano sulla bara di Michele, quasi a voler stabilire un ultimo contatto, sussurrare un ultimo saluto ad un uomo buono, generoso, disponibile, che sapeva regalare un sorriso anche nei momenti più difficili del vivere quotidiano. Basta ascoltare l’omelia del parroco don Cosma Raso, affiancato sull’altare anche da don Mario Dell’Acqua, oppure le testimonianze delle persone che gli sono state sempre vicine per rendersi conto della grandezza d’animo di Michele. Un professionista serio e competente, un uomo straordinario nella sua semplicità, un amico leale sempre pronto a porsi al fianco di chiunque avvesse bisogno. Tutti abbiamo imparato ad amare e apprezzare il suo altruismo, la sua capacità di catturare le immagini più significative di ogni evento, la sua spontaneità ed anche quelle linee di delusione che gli si leggevano sul volto se, incontrandolo, non gli si faceva compagnia per il caffè. Ora, il Gigante buono non c’è più. Se n’è andato lasciando a tutti un patrimonio di ricordi. Naturale che, quando il corteo funebre s’è messo in moto per accompagnarlo all’ultima dimora spilingese dove ritroverà tutti i suoi familiari, la commozione imprigionasse l’anima. Gli occhi dei presenti pieni di lacrime hanno testimoniato quanto Michele mancherà a tutti.