Intelligence, Alberto Pagani al Master dell’Università della Calabria : “Siamo agli albori di nuove guerre: psicologiche, d’influenza, d’informazione e finanziarie. È necessaria una lungimirante riforma dell’intelligence nel nostro Paese”.

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Alberto Pagani, Deputato e Membro della Commissione Difesa, ha tenuto una lezione dal titolo “Per un nuovo sistema di Intelligence italiano nel contesto globale” , durante il Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Pagani ha esordito affermando che l’intelligence, nella sua forma organizzativa e nei suoi strumenti operativi, ha sempre una radice storica e culturale. E richiamando il pensiero del filosofo Karl Popper, secondo il quale “l’osservazione pura, priva di una componente teorica, non esiste”, ha affermato che l’intelligence senza una componente teorica è una pratica senza cervello: è soltanto spionaggio. Compito dell’intelligence è fornire le informazione necessarie al Governo affinché la politica possa decidere in maniera informata e consapevole, ma è anche agire concretamente, su indicazione politica, per minimizzare i rischi e massimizzare le opportunità per il Paese, perseguendo l’interesse Nazionale”.
Pagani si è poi soffermato sulla nascita dell’intelligence italiana. A tal proposito ha affermato che “l’impianto organizzativo dei nostri servizi di intelligence nasce dopo la Seconda Guerra Mondiale, sotto l’egida dei servizi segreti americani, in un Paese liberato, ma sconfitto, e quindi oggettivamente a sovranità limitata. In quel periodo storico, caratterizzato dalla Guerra Fredda, sia le forze di polizia che le forze armate, e quindi l’intelligence del Servizio Informazioni Forze Armate e poi del Servizio Informazioni Difesa avevano prioritariamente il compito di difendere l’Italia dal comunismo e gli interessi nazionali e occidentali all’interno dei confini nazionali. Questo significava esercitare non solo una funzione di controspionaggio all’interno del nostro territorio, ma anche una funzione di spionaggio politico, in direzione dei partiti di sinistra e degli uomini e della cultura di sinistra”.

“Questo sistema di intelligence – ha affermato – rimase inalterato fino al 1977, quando venne votata la prima legge sui servizi segreti nel nostro Paese, nel pieno della Guerra Fredda. Ma il 1977 è anche l’anno di grandi stravolgimenti all’interno della nostra Nazione. Infatti, si verifica il ravvicinamento dei due partiti più importi della scena politica italiana: il Partito Comunista Italiano e la Democrazia Cristiana. Inoltre, lo Stato è impegnato nel contrasto al terrorismo interno di matrice politica. In tale contesto politico e sociale, con la legge n. 801/1977 vengono riorganizzati i servizi segreti ed istituiti il Servizio Informazione e Sicurezza Militare ( Sismi) , che si occupava di controspionaggio e di Difesa e faceva riferimento al Ministro della Difesa; ed il Servizio per l’Informazione per la Sicurezza Democratica (Sisde) che si occupava della tenuta del sistema democratico dalle minacce eversive e faceva riferimento al Ministro dell’Interno”.

“Nel 1989 – ha proseguito – si verifica una svolta epocale. L’Occidente vince la Guerra Fredda ed ha l’illusione di poter esportare in tutto il mondo il proprio modello, che tiene insieme il capitalismo e la democrazia liberale. Francis Fukuyama a tal proposito affermò che “è la fine della storia”. Molto più acuto fu, invece, il politologo Samuel Huntington che, descrivendo lo scontro di civiltà, capì che la globalizzazione avrebbe prodotto una reazione identitaria e che i nuovi contrasti non sarebbero stati più politici o ideologici, ma avrebbero riguardato la cultura dei popoli, la loro storia e la loro religione, cioè quello che caratterizza le diverse civiltà. Questa nuova visione del mondo è stata compresa molto bene dalla Cina di Deng Xiaoping, e sintetizzata in un testo scritto da due colonnelli, Qiao Liang e Wang Xiangsui, che elaborarono la teoria della “guerra senza limiti”, nella quale la guerra si combatte in ambiti diversi da quello militare, ed i metodi della guerra caratterizzano le altre sfere della vita collettiva, dall’economia alla politica. Solo dopo l’attacco alle torri gemelle del 2001, che furono un fallimento dell’intelligence occidentale e la presa di coscienza piena della minaccia jihadista,
nel 2007 si ha la seconda riforma dell’intelligence italiana”.

“La legge 124/2007 – argomenta Pagani – è una riforma molto importante, perché modernizza il
sistema, senza peró stravolgere l’ossatura di base dei servizi segreti, che non cambia rispetto alla riforma del 1977. Infatti, il Sismi diventa Aise (agenzia di informazioni per la sicurezza esterna) e il Sisde diventa Aisi (agenzia di informazioni per la sicurezza interna). I servizi sono ancora a guida militare o di polizia e le cariche di direttore e vice direttore delle nuove agenzie sono ricoperte quasi sistematicamente da appartenenti alle forze dell’ordine ed alle forze armate”.
“Il mondo cambia velocemente – ha detto il parlamentare – tanto che oggi siamo davanti a un nuovo un cambio di paradigma, essendo prioritarie per la sicurezza nazionale le nuove minacce, che riguardano l’ambito economico-finanziario e il cyber. Nel sistema economico finanziario si è verificata, una modificazione dei rapporti di potere globali che ha segnato la fine del dominio occidentale nel pianeta, che durava da circa cinque secoli”. Ha poi ricordato che “nel libro “Armi , Acciaio e Malattie” di Jared Diamond viene spiegato che il colonialismo, la rivoluzione industriale e lo sviluppo tecnologico sono i fattori che hanno determinato il dominio dell’Occidente in tutto il pianeta. Tuttavia oggi la metà dell’umanità vive nel nord est asiatico, cioè nella parte di mondo che ha il più alto tasso di sviluppo economico del pianeta. Pertanto è inevitabile che, come sostiene Henry Kissinger, l’ordine mondiale fondato sul “Washington consensus” sia finito. Inoltre, per governare il mondo globalizzato, gli Stati nazionali hanno ceduto sovranità attraverso degli accordi ad una complessa rete di organismi internazionali, dall’ ONU alle FMI, dal WTO alla Banca Mondiale, che hanno una governance dominata dall’occidente”.

Pagàni ha poi detto che “si sono oggettivamente modificati gli equilibri del potere economico su scala globale e quindi è inevitabile che si modifichi, prima o poi, anche la struttura di questi organismi. Basti pensare all’organizzazione Mondiale della Sanità, oppure all’Unione Europea, dopo la pandemia Covid 19, per capire che non potrà rimane tutto come prima”.
Pagani ha poi sostenuto che “oggi corriamo molti rischi, ma i più preoccupanti per la sicurezza nazionale e la stabilità dell’Italia sono quelli che derivano da questa nuova forma di guerra, dove si combatte più sul terreno economico che su quello strettamente militare. Siamo agli albori di una nuova epoca, nella quale la guerra guerra  psicologica, la guerra d’influenza e manipolazione dell’opinione pubblica, la guerra d’informazione, la guerra finanziaria, sono nascoste negli eventi della nostra quotidianità. Ed in questo contesto l’Occidente appare in grande difficoltà. L’italia, in particolare, nel corso degli anni ha trascurato le due grandi aree che riguardano il mondo cyber ed il mondo economico-finanziario, all’interno delle quali si è verificato non solo un trasferimento di potere ma anche un gigantesco trasferimento di ricchezza”.

Pagani ha quindi rilevato che “per combattere questa nuova guerra saranno fondamentali la Human Intelligence e la Cyberintelligence. Ci sarà bisogno, quindi, di operatori in grado di comprendere, di confrontarsi e di operare anche in maniera nuova all’interno di simili contesti. Infatti, per contrastare efficacemente le iniziativa di altri Stati, è necessario avere operatori capaci di agire nel mondo economico e finanziario e cyber nella maniera più efficace possibile. È dunque necessaria un’ulteriore innovazione dell’intelligence del nostro Paese. Ma per fare questo bisogna che il confronto non sia solo interno al mondo politico, ma che venga promossa una riflessione molto più ampia, coinvolgendo sia gli apparati di sicurezza che le istituzioni economiche e finanziarie, il mondo del sapere, dell’Università e della scienza”.
Citando Freud, il padre della psicanalisi, Pagani ha concluso che “vi è un tempo per guardare e un tempo per pulire le lenti. Inforcare le lenti e cominciare a guardare senza avere chiari gli strumenti di osservazione può essere tanto dannoso quanto passare il tempo esclusivamente a pulirli”.

 

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