Nell’ambito degli incontri “Rhegina Ecclesia” promossi dall’Associazione Culturale Anassilaos con il Patrocinio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e in collaborazione con l’Archivio di Stato di Reggio Calabria, il sodalizio reggino, congiuntamente con Laruffa Editore, ha realizzato una intervista a Mons. Antonino Denisi, storico della chiesa reggina, Decano del Capitolo Metropolitano nonché Vice Presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, disponibile da domani you tube e sul sito facbook di anassilaos, in occasione della recente (marzo 2021) pubblicazione di tre volumi che l’Autore ha dedicato, ancora una volta, alla Diocesi (L’Archidiocesi di Reggio Calabria/Vescovi, clero e parrocchie; Emigrazione e immigrazione in Calabria/Storia, cultura, dimensioni del fenomeno; Santità religiosità e pietà popolare nella Chiesa reggina). Tali testi fanno seguito alle ricerche già dedicate alla figura di Mons. Annibale d’Afflitto, di cui Denisi ha edito il manoscritto delle prime due Visite Pastorali, e ai numerosi studi e articoli su aspetti e momenti della storia e della vita della chiesa reggina. Dopo l’intervento di Mimmo Laruffa che ha ripercorso le fasi del complesso lavoro di editing sotteso alla pubblicazione dei tre testi che coprono un arco di tempo vastissimo ed offrono uno sguardo d’insieme, ma non per questo meno profondo e acuto, di secoli di storia, è stato lo stesso Autore, rispondendo alle domande rivoltegli dal presidente di Anassilaos Stefano Iorfida, ad approfondire i diversi aspetti delle opere a cominciare dalla stessa organizzazione della chiesa reggina per affrontare poi il fenomeno della migrazione che già all’indomani dell’Unità spopolava la Diocesi sia che si sia trattato del fenomeno migratorio di fine Ottocento e dei primi anni del Novecento verso le Americhe che di quello più recente, degli anni Cinquanta del 900’, verso i paesi del Nord Europa – e a questo punto egli ha rievocato il disastro di Marcinelle (8 agosto 1956) nel quale persero la vita anche 136 italiani tra i quali proprio un suo congiunto, che infine l’emigrazione verso l’Italia del Nord (Piemonte e Lombardia) in occasione del cosiddetto “boom” economico. Nel trattare del 3^ volume l’autore si è poi soffermato sulla religiosità calabrese, sui luoghi di culto particolarmente cari ad essi, come ad esempio il Santuario di Polsi, e sulla presenza di figure di particolare rilievo dal punto di vista religioso e spirituale, da San Gaetano Catanoso, unico santo reggino dei tempi moderni, a due splendide figure di donne (le venerabili Madre Brigida Postorino e Rosella Staltari) e a grandi prelati come il venerabile Giovanni Ferro. Su precisa domanda dell’intervistatore, il quale ha ricordato come in molte circostanze tale “religiosità” sia stata strumentalizzata dalla criminalità organizzata -gli inchini durante le processioni e taluni riti di iniziazione simili al battesimo cristiano- anche in relazione al Santuario della Madonna di Polsi, il relatore ha ricordato come la Chiesa, dal discorso di San Giovanni Paolo II nella valle dei Templi (9 maggio 1993) al più recente intervento di Papa Francesco nella Piana di Sibari (2014) ha sempre avuto parole di condanna per la mafia fino alla scomunica stessa dei mafiosi. L’ingresso in Diocesi del nuovo presule reggino Mons. Fortunato Morrone il 12 giugno prossimo (anniversario peraltro della presenza a Reggio del Papa a chiusura del Congresso Eucaristico Nazionale nel 1988) ha offerto anche lo spunto per una rapida carrellata sui vescovi che si sono succeduti sulla cattedra di Santo Stefano di Nicea (il vescovo lasciato a Reggio da San Paolo nel 61 d.C.), sui pochi presuli calabresi che tale Cattedra hanno occupato soprattutto nel Novecento e forse sull’unico reggino dei tempi moderni, Alessandro Tommasini di Diminniti.