Riflessione di Michele Tripodi sulla Festa della Repubblica.

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Michele Tripodi già sindaco di Polistena afferma:”Si celebra oggi la festa della Repubblica, una festa istituita da qualche anno che oggi stranamente viene valorizzata dai gruppi politici di destra, probabilmente nella speranza di sminuire l’importanza delle festività del 25 aprile e del 1 maggio tradizionalmente pensate “appartenere “ai gruppi di sinistra. Ció è un falso storico”.

Michele Tripodi prosegue: ”Penso infatti che chi oggi compie questa specie di operazione “rifugio” lo faccia in modo assolutamente strumentale.

Vedere il partito della Meloni (postfascista) che raccoglie firme nelle piazze italiane il giorno della festa della repubblica non puó che suscitare sensi di riprovazione, anzi di vomito.

Già. Perché il 2 giugno 1946 si celebró la nascita della Repubblica dopo quasi un secolo di monarchia in Italia.

La Corona dei Savoia non fu immacolata nella gestione del Regno d’Italia. E giusto per fare un po’ di ripasso della storia, la Dinastia fu complice delle due guerre mondiali, del fascismo, delle persecuzioni, della limitazione della libertà, del colonialismo, delle invasioni e dei rastrellamenti degli italiani per mano dei nazisti durante l’occupazione”.

Michele  Tripodi continua :”Festeggiare oggi la nascita della Repubblica per opera di questi signori è pura ipocrisia revisionista poiché la storia non si cancella ed il presente può ancora documentare le complicità e passività del Re Vittorio Emanuele III che alla nomina di Mussolini capo del governo usó la celebre espressione: “lasciamoli fare questi fascisti”.

Pertanto la festa della Repubblica che oggi siamo orgogliosi di festeggiare è solo il completamento di quel 25 aprile 1945 che scandì la Liberazione dell’Italia dal fascismo e preparó l’anno successivo la Liberazione d’Italia dalla dinastia Savoia attraverso  appunto il referendum del 2 giugno 1946 che sancì per l prima volta a suffragio universale la scelta della forma di stato repubblicana”.

Infine il politico di lungo corso conclude: ”Non a caso i repubblicani e gli azionisti furono insieme a comunisti, socialisti, gli eroi ed i protagonisti principali della resistenza e della lotta al fascismo e successivamente della stesura della Costituzione.

La storia non si cancella e non basta sventolare un tricolore per riabilitarsi ipocritamente al patriottismo in nome della Repubblica nata sulle disgrazie procurate dal Fascismo.

E allora si che noi, e non tutti, oggi si che possiamo dire:VIVA L’ITALIA,

VIVA IL,2 GIUGNO,VIVA LA REPUBBLICA, VIVA LA DEMOCRAZIA”..

 

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