Acli Terra Calabria promuove il Pilastro Cultura e Beni Culturali del PNRR.

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Acli Terra Calabria, con i suoi appuntamenti tematici, riesce a centrare le argomentazioni e gli indirizzi che il vissuto socio-economico e culturale di questo tempo richiede.

Questo è quanto è avvenuto con l’incontro conference Verso il PNRR – Pilastro Cultura e Beni Culturali: Competenze, Formazione e nuove occasioni di lavoro per il Sud condiviso con UCID Calabria e la Fondazione A. Emanuele Augurusa di Roma.

Valerio Caparelli, giornalista ed esperto di marketing e sviluppo territoriale, ha presieduto  e coordinato i lavori dell’incontro, evidenziando “l’investimento che si realizza tramite NexGenerationEU, che contribuirà a rilanciare l’economia e a sostenere i lavoratori, le imprese e le regioni, ma che con le opportunità previste servirà anche per il futuro, rendendoci più resilienti e in grado di diventare più forti e lungimiranti”.

Incontro quanto mai necessario se è vero che proprio in questi giorni l’UE ha approvato i Piani esecutivi Nazionali per la Ripresa e la Resilienza, tra i quali figura anche l’Italia con 191 miliardi di euro e un pre-finanziamento di 24,83 miliardi di euro.

Inizia così un processo di proposta progettuale importante, in cui i territori devono prendervi parte, per promuovere uno sviluppo autopropulsivo ed endogeno.

Come rilanciare il sistema cultura, questo il fulcro dell’intervento di Pino Campisi, presidente regionale di Acli Terra Calabria, che per crescere deve stare in rete tra conservazione, arte contemporanea, musicale, teatrale, librario, patrimonio archeologico, archeologico industriale e dei parchi culturali: “ambiti in cui bisogna mettere in azione tutto il personale del precariatoche è stato appositamente formato in materie culturali”.

Al PNRR (Piano Nazionale Rinascita e Resilienza), piano per la ripresa delle attività  produttive, in particolare delle attività culturali, si innesta la proposta dall’artista Antonio Pugliese, finalizzata all’apertura di un museo, non di arte contemporanea ma contemporaneo, per ospitare mostre di artisti più o meno noti: in buona sostanza, uno spazio dinamico che interagisce con il territorio, officina di idee e di creatività.

Una sorta di fabbrica, che produce cultura e che non accetta tout court quanto il mercato dell’arte e della cultura mettono a disposizione: “bisogna dialogare con le Università, le Accademie e tutte le istituzioni culturali, per realizzare un museo che trae alimento da un suo personale humus, in grado di imporre una propria visione dell’arte. Insomma, un museo con una forte identità, aperto ai nuovi linguaggi e alle nuove tecnologie”.

Per il presidente della Fondazione A. Emanuele Augurusa, Francesco Augurusa, “i sei miliardi di euro per la cultura sono importanti e per questo illustra una sua proposta: finanziamenti delle piccole e medie imprese, attraverso la costituzione di partenariati pubblico-privato che metta insieme la rete del profit e non profit, con i grandi imprenditori e industriali che diventano ambassador degli stessi progetti”.

Per Francescantonio Pollice, presidente dell’Associazione Italiana Attività Musicale, per rilanciare il settore bisognerà creare tre blocchi triennali, tre piani di tre anni ciascuno per coprire i nove anni del PNRR: “la politica deve concentrarsi sulle possibili infrastrutture e sulla manutenzione di teatri e parchi musicali”.

Molto articolato e integrato l’intervento del prof. Umberto Pagano, sociologo, ricercatore e docente di Sociologia all’Università Magna Graecia di Catanzaro: “alla base del Piano vi è la digitalizzazione, la transizione verde e l’inclusione sociale. Il nuovo turismo sarà interno, di nicchia, a partire da quello delle vie del vino e del buon cibo. Insomma, etnografico, del cicloturismo, con mete alternative, e della presa in carico del territorio, pensando e ripensando ad una politica per i borghi. Più importante la problematica riguardante le nuove competenze: ci sarà molta richiesta per il mercato del lavoro: marketing, brand manager, social media manager, reputation manager e conoscitori della lingua inglese”.

Il prof Domenico Marino, professore di politica economica dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, crede sia arrivato il momento di rilanciare e rivalutare, come avvenuto in altri Paesi di successo, il patrimonio storico della Calabria che è antichissimo, utilizzando le frasi che si rifanno all’Odissea e alla Divina Commedia, opere in cui si parla della nostra Terra già da secoli e che potrebbe essere il vero elemento di attrazione per produzioni, prodotti e territori.

 

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