L’avv. Pasquale Imbalzano, vice Coordinatore vicario di ”Cambiamo per Toti – Coraggio Italia” e già amministratore comunale della città, afferma: “ Sulla pelle dell’Aeroporto di Reggio e dei reggini, si sta giocando da anni una partita indecorosa, fatta solo di chiacchiere, di mancanza di decisioni e di totale acquiescenza alle lobbies politico-imprenditoriali catanzaresi, lametine e cosentine, con tanto di connivenze romane a tutti i livelli. Già in una dichiarazione sulla stampa del 29.8.2018, avevamo ampiamente dimostrato quello che l’Amministrazione Falcomatà sembra aver compreso solo oggi. Avevamo spiegato che convivere in una Società, la SACAL , che gestisce i tre aeroporti calabresi, a partecipazione pubblica al 50,8% e 49,2% privata, con quote possedute, al netto della quota minoritaria della Regione Calabria pari al 9,27%, , solamente da soci Lametini ( Comune Lametia 19,2% e Lamezia Sviluppo 29,29%), Catanzaresi (Provincia CZ 10,68%, Comune di Catanzaro 5,6%, Camera Commercio di Catanzaro 3,8%), Provincie di Cosenza e Vibo 2,2% e per il resto da privati delle due province , non vi sarebbe stato scampo per l’Aeroporto di Reggio, scelleratamente accorpato a quello di Lamezia. Ed aggiungevamo , a dimostrazione del nostro assunto, che in quei mesi, mentre la struttura di Ravagnese veniva depauperata da altri voli per Roma e Milano, Lamezia si arricchiva di ben tre nuove compagnie low cost , da e per le due metropoli”.
Pasquale Imbalzano aggiunge: “Non si tratta più di fare del campanilismo a buon mercato di cui la Calabria non ha alcun bisogno. E’ un fatto oggettivo, che prescinde anche dall’attuale Commissario, bravo nel fare una elencazione puntuale delle esigenze del nostro Aeroporto ma con proposte praticabili, immediate prossime allo zero. Si tratta, al contrario, di prendere definitivamente atto che la SACAL oggi, sul piano programmatorio e dello sviluppo, gestisce soprattutto – e forse solo – l’hub lametino, che da tempo ha seri problemi di liquidità ed una operatività pari al 65% di quella che aveva nel 2019, con esuberi consistenti di personale denunciati, e che tutto può fare , meno che occuparsi delle prospettive dell’aeroporto di Reggio, oggi ridotto quasi ad un deserto, e di quello di Crotone. E ciò è stato ulteriormente confermato dalla volontà manifestata in questi giorni di procedere ad un aumento di capitale sociale di ben diecimilioni di Euro, impedendo a soci reggini pubblici e privati di potersi inserire nella compagine societaria, anche se la situazione, a nostro avviso, non sarebbe mutata di una virgola”.
Infine Pasquale Imbalzano conclude:
“Allora, se è vero come è vero che da anni non si conosce il piano industriale degli aeroporti calabresi, che fin qui non è stata assunta alcuna iniziativa per riavvicinare l’utenza delle due provincie dell’Area Metropolitana dello Stretto all’Aeroporto di Ravagnese e che esiste il fondato timore che i 27,5 milioni disponibili , già spacchettati in 9 interventi, vengano spesi a babbo morto, (come se volessimo inaugurare tra qualche anno un bel negozio di vendita senza che entri alcun cliente e quindi destinato a sicuro fallimento), non resta che una sola soluzione. Certo non quella vagheggiata dalla Task Force del Comune di Reggio di una impossibile autonomia gestionale dalla SACAL, ma solo l’assunzione da subito di tutte le opportune iniziative, anche legislative regionali, perché la Sacal torni ad occuparsi solo di Lametia e magari di Crotone, costituendo una nuova società per lo sviluppo del solo aeroporto reggino”.