Di Nicolò Antonio Cuscunà
In certe località del Sud del Sud non si conosce Cristo perchè decise, fermandosi ad Eboli, di condannarle all’eterno oblio. In queste latitudini, oramai è radicata costumanza a fine campionato di calcio organizzare scommesse sul mare. Cioè, al posto del totocalcio scommesse si gioca il totomare, vere e proprie scommesse sulle condizioni di balneabilità delle acque marine.
Vere e proprie sfide all’ultimo impropero , intrecciate con tifo sportivo tra sostenitori del mare balneabile o non balneabile, e di chi dovrebbe garantirne la salubrità. Il dibattito si accende nello specifico sulle oggettive responsabilità di Enti e persone preposte per leggi a conservarlo , proteggerlo e tutelarlo da inquinamenti. Come nella tradizione del campionato nazionale di calcio , e di tutte le sfide calcistiche d’Europa e del mondo, tutti o quasi, si cimentano nel ruolo di direttore tecnico. Le discussioni si sprecano , come per i calciatori da far scendere in campo e le relative tattiche di schieramento. Nel nostro specifico , totomare scommesse , tutti si trasformano in esperti amministratori locali, biologi marini , carabinieri dei Nas, marinai guardiacoste , ambientalisti, ecologisti o magistrati inquirenti e giudicanti. Sui social e in spiaggia sotto gli ombrelloni , seduti al fresco davanti la porta di casa, affacciati ai balconi, ai tavolini dei bar, l’oggetto del discutere e del contendere è sempre uguale anno dopo anno . Non cambia di un addebito , ci si accapiglia sull’avere il diritto o meno di bagnarsi in fresche e chiare acque marine . Altro contendere per scommesse sono le acque visivamente inquinate di ieri , passata la nottata , sono diventate o non balneabili l’indomani ? Oppure , limpidezza delle acque è sinonimo di balneabilità ? Le scommesse si raccolgono la sera . Sui social, durante la passeggiata sul lungomare, seduti al bar a degustare una granita o un tartufo, si scommette sulle condizioni marine del giorno dopo. Qualcuno si affida anche al Buon Dio , dimenticando che il figliuolo Gesù Cristo al Sud del Sud non c’è mai arrivato. Sulle condizioni del mare si scommettono pizze , gelati, aperitivi , nulla è impossibile . In caso di sconfitta , per i perdenti , anche tuffi in mare acclamati tra frotte festanti di colibatteri e bacilli fecali inneggianti mescolati a sopravvissute particelle di cloro e sodio. Come per il tifo sportivo (non il tifo infettivo da microrganismi patogeni – colera, tifo, epatite -), si creano fazioni estreme con esternazioni e minacce indirizzate ai sostenitori del diritto d’avere diritti , anche quello di esprimersi, e i sostenitori dell’usanza delle tre scimmiette , di non vedere, non sentire né parlare. In questo microcosmo ,del Sud del Sud , tutto è consentito, anche i miracoli dell’acqua solida non mescolabile, o meglio, delle paratie del MOSE (Venezia laguna) che dividono isolando , sullo stesso litorale, le acque inquinate non balneabili da quelle idonee a “rinfrescarti le carni”. Anno dopo anno arriva l’estate e si ripresentano gl’insoluti ed endemici problemi che continuano a desertificare ed impoverire il Sud del Sud . Nessuno vuol scaricarsi di responsabilità addebitando ad altri le eventuali proprie, di fatto la realtà è sotto gli occhi di tutti, realtà amara e dura da cambiare. Negli anni ’70 , col boom del turismo di massa , sacrosanto diritto per tutti e per tutte le classi sociali ed economiche d’usufruire di meritato estivo riposo, il Sud e il Sud del Sud anche senz’essere preparato accolse i benefici dall’economia turistica. Ebbe inizio la corsa all’oro del turismo. Era sufficiente un terreno alberato nelle vicinanze del mare per inventarsi il campeggio; fittacamere, alberghi, trattorie, negozi di gadget, abbigliamento , bar , pizzerie, fitta ombrelloni e sedie sdraio. Nel giro di qualche anno , timidamente si aprirono discoteche e stabilimenti balneari, sorsero villaggi con investimenti privati e con l’aiuto dello Stato (Insud – Casmez). Il mare non presentava fioriture algali né presenze estranee solide o fecali, la notte in mare i pescatori salpavano con le barche e le lampare accese, davanti ai bar , sui lidi e sotto gli ombrelloni si discuteva di tutto ma non del marescommesse. Qualcosa in questi decenni non ha funzionato, cercare i colpevoli non serve ed è inutile, fomenterebbe solo il un’altra forma di scommessa : politicascommessa. Passato, presente e futuro sono solo di ognuno di NOI, deresponsabilizzarsi scoprendo la gerla posta dietro le spalle altrui e non vedere la propria serve a condannare il Sud del Sud e non convincere Cristo a proseguire il suo percorso per raggiungerlo, tenuto conto che da queste parti è andato via a partire dal 1861.