L’ex villaggio della Valtur, chiuso ormai da dieci anni – il nostro giornale ne ha ripetutamente parlato negli anni passati promuovendo anche una serie di iniziative tese ad evidenziare l’unicità del giardino botanico realizzato all’interno della struttura ricettiva – va sottratto all’incuria del tempo e, dopo una incisiva azione di riqualificazione e ricostruzione, va reimmesso nel circuito nazionale e internazionale del turismo affinché il popolo delle vacanze possa godere delle sue bellezze architettoniche e paesaggistiche. Possa, in particolare, ammirare e apprezzare il parco naturale realizzato all’interno della struttura e nei suoi ampi spazi verdi; uno scrigno ricco di unicità floristico-vegetazionali diventato, a cinquant’anni dalla sua realizzazione, un tutt’uno con la vegetazione mediterranea dominante nella zona. E’ questo, a larghe linee, il progetto attivato non dalla Regione, dalla Provincia, dal Comune di Nicotera o da una qualsiasi istituzione calabrese interessata al rilancio del territorio – e di questo va preso atto con amarezza – bensì dall’ “Associazione Pietro Porcinai”, sede in Firenze. Il suo obiettivo non è solo quello di rendere omaggio all’insigne paesaggista toscano che voleva realizzare nella struttura ricettiva <un restauro della natura>, bensì anche quello di salvare una perla del litorale tirrenico, ben incastonata nella Costa degli Dei, sottraendola ad ogni speculazione edilizia per trasformarla <in un polo di ecoturismo e sviluppo sostenibile>. Questa sua battaglia, l’Associazione fiorentina non ha la presunzione di poterla portare avanti da sola.
A campagna elettorale in corso, lancia, quindi, un accorato e convinto appello <alle istituzioni (dal Consiglio Regionale al nuovo presidente della Giunta, che sarà scelto nelle elezioni del 3 e 4 ottobre prossimi, agli enti locali, al Comune di Nicotera), ai partiti, ai movimenti politici, alle forze economiche e sociali, alle associazioni e alle energie interessate al riscatto e alla crescita della Calabria>. A tutti, e in particolare a Mario Oliverio, Luigi De Magistris, Roberto Occhiuto e Amalia Bruni, candidati alla presidenza della giunta regionale, <chiediamo – si legge nel testo del documento – di pronunciarsi e impegnarsi concretamente per sottrarre all’abbandono il bene e di battersi per proteggere le bellezze di questa terra e valorizzarne le diverse potenzialità>. Tutto questo perché <il villaggio realizzato secondo la visione innovativa di Porcinai, precursore di una sensibilità ecologica e di una sostenibilità ambientale dello sviluppo – prosegue l’appello – offre oggi straordinarie opportunità di promozione del territorio. Il futuro da perseguire per l’ex Gioia del Tirreno è investire nell’ecoturismo, in servizi ecosistemici, in attività improntate a preservare le risorse naturali (suolo, acqua, vegetazione) e a minimizzare gli impatti sull’ambiente (la pista ciclabile costiera, per esempio, già in parte esiste). Un futuro che va costruito attraverso nuove progettualità, competenze e sinergie>. Cioè, attraverso tutte quelle prerogative che sino ad oggi la politica nicoterese e quella calabrese non hanno saputo né individuare nè mettere in campo. Le poche volte che qualcosa s‘è mossa – la vicenda del waterfront e del cantiere bloccato da anni è ormai ben nota – tutto s’è messo di traverso.
L’idea di prolungare il lungomare esistente sino alla foce del Mesima, percorrendo lo spazio verde incastonato tra arenile e pineta, anche se datata, fatica a tradursi in un progetto concreto anche in vista dell’approvazione di quel Piano spiaggia pronto da tempo e che, al momento, l’amministrazione comunale tiene in naftalina. L’iniziativa dell’associazione toscana, comunque, non va sottovalutata perché <in linea con il Piano strategico del Turismo nazionale e con il Green New Deal europeo – sottolineano i dirigenti della “Porcinai” – il recupero dell’area costituirebbe per la comunità locale e per il turismo calabrese un volano significativo per creare occupazione in diversi comparti e sarebbe un argine ai pervasivi circuiti della criminalità organizzata>. Un aspetto questo assai delicato <in un territorio – sostengono gli estensori dell’appello – che in passato ha visto per tre volte in un decennio lo scioglimento del Consiglio Comunale di Nicotera. La ‘ndrangheta, infatti, – come hanno documentato le indagini giudiziarie che hanno portato al processo in corso Rinascita-Scott e i mezzi di informazione Report, Presa Diretta, Tutta la città ne parla, Sole 24 Ore, L’Espresso – si è attivata per mettere le mani sull’ex Valtur per accaparrarsi il bene a prezzi stracciati e rivenderlo con la promessa di forti speculazioni edilizie>. No, quindi, <all’economia criminale>, fermo sì <alla difesa del patrimonio naturale e culturale e alla piena libertà di goderne grazie a un sistema economico sano e sostenibile>. L’appello promosso dall’ “Associazione Porcinai” per salvare l’ex Valtur annovera tra i sottoscrittori, già arrivati a 170, Piero Badaloni, Francesco Bevilacqua, Paolo Borrometi, Enzo Ciconte, Nando Della Chiesa, Riccardo Iacona, Nuccio Iovene, Filippo Piva, Sigfrido Ranucci, Sandro Ruotolo, don Ennio Stamile, Andrea Vianello, Walter Veltroni, Beppe Giulietti e Stefano Ciafani. La raccolta di firme sta per essere lanciata anche su change.org