Elezioni USA e il Covid del globalismo macchaivellico. Il Grande Reset per unire mezzo comunismo con mezzo nazismo. Il fine giustifica i mezzi e, spesso, li rende interi. Elezioni USA e il Covid del globalismo macchaivellico. Il Grande Reset per unire mezzo comunismo con mezzo nazismo. Il fine giustifica i mezzi e, spesso, li rende interi.

Elezioni USA e il Covid del globalismo macchiavellico. Il Grande Reset per unire mezzo comunismo con mezzo nazismo. Il fine giustifica i mezzi e, spesso, li rende interi.

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Klaus Schwab fondatore del World Economic Forum

Il Covid 19, per i complottisti, è un’arma biologica partorita nel laboratorio Cinese di Wuhan, mentre per i globalisti benpensanti è un nuovo virus nato spontaneamente negli anfratti maleodoranti delle caverne pipistrellate uscito dalle viscere di madre natura.

Per i circa 3000 membri del WEF-Word Economic Forum di Davos, il Covid 19 è invece l’opportunità che mancava per l’avvio della loro agenda mondiale che prevede, dal 2021, il “Grande Reset” per l’instaurarsi del sogno sovranazionale della “Quarta Rivoluzione Industriale”, una sorta di superamento dello stantio e consunto progetto globalista di quei bacchettoni alla Soros del Nuovo Ordine Mondiale.

Con la furbata del Grande Reset i membri del WEF, le multinazionali e molti capi dei governi industrializzati e le élite economico-finanziarie, che sono il vero Deep State attivo e dinamico, vogliono instaurare in Europa il “Quarto Reich” di antica memoria filo nazista e, per l’estremo oriente, alfine di bilanciare le dittature in una sorta di accettazione bipartisan, si incoraggia la Cina con la nuova Via della seta a facilitare l’espansionismo maoista e filo comunista tra oriente e occidente. I due poli opposti si attraggono per formare, giocoforza, l’ambizioso e non indolore progetto della terza superpotenza emergente e determinate a scapito dell’America del Nord, sacrificata a diventare la seconda superpotenza economica e commerciale, se non la terza dopo la Russia. Tre blocchi sovrannazionali con i quali dividersi il mondo con a capo l’Internazionale socialista con mire storicamente perseguite per un controllo globale e dittatoriale, ma con la variante della Gran Bretagna del dopo brexit che vuole giocarsi la partita a mani libere, ben svincolata dall’ingombrante, già invecchiata nonché burocratica Europa, divisa al suo interno dai variegati popoli che scalpitano contro le élite che, furbescamente, comandano senza un mandato elettorale.

Il Grande Reset è la via d’uscita un po’ come dire, mezza onorevole, per salvare la faccia al fallimento di quell’élite finanziaria che, dopo oltre 12 anni di crisi economica, non è riuscita a sconquassare l’economia privata europea per piegare il forte ceto medio ai suoi voleri egemonici e, dall’altra, perpetrare l’inganno che da decenni una ideologizzata Green New Deal, viene sterilmente promossa propagandisticamente pur sapendo che il Grande Reset non farà nulla per aiutare Madre Natura, nonostante il sostegno dell’ultimo e ingenuo progetto “Greta Thumberg” ma, il WEF, sosterrà e continuerà ad espandere quello stesso sistema capitalistico e industriale che sta uccidendo Madre Natura, confermandosi così, di essere gli unici colpevoli dell’inquinamento mondiale.

Il Grande Reset, servirà anche a mettere una pezza al fallimento dell’antica e politicamente agognata via al socialcomunismo, naufragato in Europa dopo il crollo del muro di Berlino a seguito del quale, la stessa élite, in un periodo di sconcerto e disorientamento,  è stata costretta ad aprire alla Cina Comunista inserendola l’11.12.1991 nel WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) divenendo da allora, il cavallo di Troia in Europa e in occidente, con l’intento di vincere ed espandersi, insinuandosi oggi Xi Jinping, con la Nuova Via della Seta dall’oriente all’occidente, sottomettendo i governi europei, a scapito degli Stati Uniti d’America, un tempo forti, ricchi ed opulenti.

Il fondatore del World Economic Forum, e quindi l’ideatore della “filosofia” che guida il Grande Reset in atto, è Klaus Schwab, un Tedesco nato a Ravensburg nel 1938, durante la Germania di Adolf Hitler, che fu un regime di polizia statale costruito sulla paura e sulla violenza, sul lavaggio del cervello e sul controllo, sulla propaganda e sulla menzogna, sull’industrialismo e l’eugenetica, sulla disumanizzazione e la “disinfezione”, su una visione agghiacciante e grandiosa di un “nuovo ordine” che sarebbe dovuto durare mille anni.

Schwab sembra aver dedicato la sua vita a far valere la Germania e la nuova Europa in una contorta visione transumanista, dove la società non è più considerata come una comunità di esseri viventi, ma come un’impresa, la cui redditività è l’unico scopo valido per le attività umane. Egli vuol fondere gli esseri umani con le macchine in “curiose miscele di vita digitale e analogica”, che infetterà i nostri corpi tramite lo “smart dust”, una polvere intelligente di un pulviscolo composto di miriadi di microchip. Schwab ha esposto questo programma già nel 1971, nel suo libro Moderne Unternehmensführung im Maschinenbau (La moderna gestione aziendale in Ingegneria Meccanica).

Per capire cosa sono le Smart Dust bisogna rivolgere lo sguardo verso un futuro prossimo in cui la tecnologia è avanzata a tal punto da creare dei dispositivi wireless piccolissimi, come un granello di polvere. Perché devi conoscere questa tecnologia? Perché quel futuro è arrivato e questi dispositivi miniaturizzati, dotati di sensori, telecamere e meccanismi utili a trasmettere dati, oggi sono realtà: le Smart Dust prendono il nome di MEMS (sistemi microelettromeccanici) e potrebbero irrompere nella nostra quotidianità prima di quanto pensiamo, forse già presenti nelle armi biovirus e batteriologiche e forse, le stesse, stanno alimentando il Covid 19 il quale, è monitorato con milioni di tamponi poco attendibili al Covid, ma fatti ad ignare persone, i cui dati genetici e del DNA prelevati attendibilmente, potranno finire in mani pericolose, quelle stesse che manipolano le Smart Dust.

Al Grande Reset, preannunciato a Davos nel 2017, si è opposta solo l’attuale amministrazione americana guidata da Donald Trump e questo, spiega l’avversione viscerale del mondo dell’élite finanziaria verso la rielezione di Trump, coinvolgendo folle di ingenui sostenitori. Una élite che detiene il controllo dei media TV e dei principali giornali a tal punto da averli usati per decretare la vittoria di Biden alle recenti elezioni americane con il sostegno dei soliti ingenui sostenitori che tifano all’illegalità, senza attendere l’esito finale del conteggio dei voti, che sono fortemente contestati da Trump il quale, a buon ragione, parla di brogli e truffa epocale, non riconoscendo la vittoria di Biden che, molto probabilmente al 99%, vedrà sfumata la nomina mediatica a Presidente eletto, con conseguenze pesanti sul piano giudiziario per sé e per il Partito Democratico Americano. Tra i giorni 8 e 12 dicembre 2020 si esprimeranno in tal senso, sia la Corte Suprema Federale che il Congresso Americano nel mentre, alcuni Tribunali militari, attendono l’esito e le eventuali disposizioni in merito. Trump, aveva previsto i brogli elettorali perché già da tempo usati per vincere illegittimamente le elezioni in America e in altre nazioni strategiche il cui conteggio dei voti è stato “appaltato” a società esterne corruttibili e corrotte, con i server dei voti allocati in Germania e in Spagna. Trump con il suo staff di intelligence, aveva anche previsto e preparato la trappola ai traditori di queste elezioni presidenziali, emanando il 12.09.2018 un “Ordine esecutivo sull’imposizione di determinate sanzioni in caso di interferenza straniera in un’elezione degli Stati Uniti”.

Le elezioni del 3 novembre 2020 si sono svolte sotto una “emergenza nazionale” dichiarata da Trump creando di fatto, una trappola per il giorno delle elezioni per “l’accesso non autorizzato alle infrastrutture elettorali e della campagna”.

Insomma, Biden, già sotto inchiesta per i finanziamenti illeciti nell’Ucraine Gate coinvolto insieme al figlio Hunter, tra l’altro sotto inchiesta anche per pedofilia, potrebbe non vedere confermata la compagna mediatica dei complici media e TV, perché lo scandalo elezioni è di portata epocale, documentata e seguita dalle agenzie di intelligence americane, i cui capi e membri infedeli e corrotti stanno uno ad uno dimettendosi o vengono licenziati e messi sotto inchiesta. Durante questo periodo di transizione che trascorre tra l’elezione e il giuramento del presidente degli Stati Uniti, il presidente Obama approfittò per inventare le false accuse a Trump di corruzione elettorale con la Russia di Putin, finita con l’assoluzione e con l’inchiesta ribaltata nell’Obama Gate. Oggi Trump, in una sorta di legge del contrappasso, nello stesso frangente di tempo, sta usando i suoi legittimi poteri per dimostrare al mondo l’attuale corruzione elettorale, denunciando i brogli con migliaia e forse milioni di voti postali a favore di Biden, ricevuti da morti, da nomi inventati e da un algoritmo inserito nei computer del conteggio elettorale che ha “mal funzionato”, spostando più voti solo verso Biden, oltrepassando gli elettori iscritti in quelle contee e stati dove appare effimeramente vittorioso. Da parte dei Democratici vi è il netto rifiuto di ammettere brogli, contestando fermamente le azioni di Trump e dei suoi legali.

E’ tempo di legali e di ricorsi, ma i dati sono eclatanti e ben documentati e, il principio di legalità, tanto sbandierato tra le anime belle,  richiede il distacco politicamente disinteressato, attendendo che vinca il legittimo presidente eletto dopo aver espletato tutti i passaggi costituzionali.  Ai fan e all’elettorato di Trump bisogna dare atto della loro compostezza dal 3 novembre ad oggi, salvo colpi di scena, ma non così sarà per i sostenitori del Partito Democratico di Biden con Antifa, Blak Lives Matter e membri del Ku Klux Klan di origine sudista e democratica che già hanno devastato e minacciato l’America prima del voto, in una sorta di assaggio e avvertimento a Trump e al suo elettorato patriottico. Tenere a bada un elettorato ben caricato e psicologicamente spinto su narrazioni complottiste ed escatologiche, sarà difficile contenere le reazioni in caso di sconfitta sotto il permanere di un dubbio di brogli elettorali. Ma forse, anche per questi violenti facinorosi e per i loro complici dai colletti bianchi, sarà già pronto un ordine esecutivo presidenziale?

Antonio Leonardo Montuoro, giornalista, analista di Teo Intelligence

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