Medici, infermieri e operatori socio-sanitari sono stati e sono gli “eroi” della guerra contro il “Covid-19”. Nei mesi più bui della pandemia, hanno operato con coraggio, dedizione, professionalità, altruismo. A decine hanno perso la vita. Ora che il “mostro” sembra diventato più abbordabile, però, nessuno si ricorda più del loro sacrificio e della loro sofferenza. Tra l’altro, nulla si sa sui fondi loro destinati dal decreto legge n.18/2020 e dal decreto legge n. 34/2020. Un gioco a cui dimostra di non voler prender parte Gian Maria Lebrino, segretario provinciale del Psi. <Sono stati applauditi da balconi e finestre, osannati dalla stampa, omaggiati dalle sirene delle autovetture delle Forze dell’Ordine – scrive in un lettera indirizzata alla presidenza della giunta regionale, all’assessorato regionale alla Sanità e e a tutte le aziende sanitarie calabresi – ma, finita la vera emergenza, sono stati dimenticati da un’agenda politica fitta di impegni elettorali e proiettata alla gestione delle risorse del Pnrr>. Lebrino riaccende i riflettori anche sulla situazione degli studenti di Scienze infermieristiche i quali < dopo aver fatto fronte anche loro all’emergenza pandemica – rimarca – ora si vedono messi da parte tanto da dover organizzare sit-in di protesta davanti agli ospedali di tutta Italia>. Agli “eroi” anti-Covid <adesso è dedicata – aggiunge il segretario del Psi – una moneta da due euro emessa dal Mef e coniata dalla Zecca italiana, ma gli encomi e le medagliette certamente non bastano! Occorrono atti concreti, come i fondi previsti dal D.L. n. 18/2020 e dal D.L. n. 34/2020>. Fondi destinati al personale delle varie Aziende sanitarie impiegato nell’attività emergenziale covid-19 nell’esercizio 2020 e che <per la nostra Regione – spiega Lebrino – ammontano a 14.055.923,29 euro. Importo che la stessa Regione, con decreto dirigenziale n. 3467 dell’1 aprile 2021, ha già trasferito alle Aziende sanitarie provinciali e che, però, per qualche inspiegabile ragione, non sono stati ancora erogati ai diretti destinatari>. Un ritardo inaccettabile di cui il Psi <non smetterà – conclude Lebrino – di chiedere conto alla Regione e alle Aziende sanitarie>.