LA MARINELLA DI PALMI TRA MAGIA, INCANTO E STORIA.

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C’è un posto, in Calabria, dove l’anima si congiunge con l’infinito.

Un posto lontano dal mondo sospeso sul lago del tempo, un posto dalla bellezza  indescrivibile, un posto incantato, stregato, fatato.

Un posto, dove al tramonto la saudade  si attacca alla pelle come un vestito e si può morire  di perduta  felicità e infinito incanto.

Il posto è la Marinella di Palmi, un borgo marinaro formato da  poche  case consunte dal tempo che, profumano di storia, qualcuna è stata ristrutturata e da una graziosa spiaggia, formata da ghiaia bianca, racchiusa dalle alte rocce del bastione montuoso del Sant’Elia e della punta Motta.

La  sua bellezza ha contribuito, nel  2014, all’assegnazione da parte di  Legambiente di 3 vele blu al Comune di Palmi, ponendo la città al terzo posto in tutta la Calabria.

Il territorio fa parte della Costa Viola, così chiamato grazie al filosofo Platone  che, navigando lungo questo tratto di mare, rimase colpito dalle varie tonalità che assumono al tramonto il  mar Tirreno, la montagna dell’ Aspromonte e tutto il paesaggio circostante.

A sera, il colore è dovuto a un gioco di luci e rifrazioni e dal melange del verde delle montagne incombenti sul mare e le varie tonalità dello stesso mare; il colore violaceo viene rafforzato dalle particelle sulfuree gassose emesse dal  vulcano Stromboli.

“Ogni cosa si tinge con le diverse tonalità del colore viola, dando vita ogni sera, con i suoi spettacolari riflessi, ad una visione sempre nuova”.(Platone, IV secolo a.C.).

Vicino alla Marina di Palmi si trovano alcune grotte marine e costiere, e degli scogli. Tra le prime vi sono la grotta delle Sirene, la grotta dell’Arcudace e la grotta Perciata mentre lo scoglio principale è denominato  Pietra Galera. Quest’ultimo segna l’estremità sud della baia della Marinella mentre l’estremità nord è segnata dalla Punta Motta.

A Primavera la Marinella si colora di diverse sfumature in sintonia con il profumo dei fiori e delle piante, che unite al profumo del mare ammaliano il cuore.

Non a caso  il ristorante con annesso B & B si chiama “L’Angulu Ammagatu”, d’estate metà di molti turisti.

In autunno il rosso del tramonto bacia i gabbiani e l’odore del mare si confonde con il profumo del vento.

Il suono del silenzio, in inverno, alla Marinella si confonde con il canto degli angeli.

Ha una storia importante  la Marinella, infatti  è stata anche un porto naturale per le navi dopo che i marinai di Taureana nel 951, il giorno dopo dell’attacco e la distruzione da parte dei saraceni, si spostarono nella zona chiamata De Palmis oggi Cittadella.

Nel  1735  da qui  partì il re Carlo III di Spagna, alla volta di  Palermo, per la sua incoronazione quale re di Napoli e Sicilia.

Il 22 agosto del 1860 alla Marinella sbarcò con i  suoi Mille Giuseppe Garibaldi. Arrivavano da Bagnara   Calabra accolti da una folla in festa.

Anche se tra i tanti eventi storici di questo magico posto lo sbarco del corsaro Dragut  è quello più conosciuto e importante.

Nel XVI secolo ci furono tantissime  incursioni  da parte dei corsari turchi, che saccheggiavano e distruggevano ogni territorio che si affacciavano sul Mediterraneo.

Uno di questi corsari , il più feroce della storia  è stato Dragut Rais, ammiraglio e corsaro ottomano, vicerè di Algeri e signore di Tripoli.

Dragut Rais nel 1549, sbarcò  proprio alla Marinella insieme agli uomini dell’equipaggio che, stanchi ed accaldati,  si riposarono presso una fonte in contrada Acqualive.

I palmesi, approfittando del fatto che i marinai e i soldati dormivano, li attaccarono uccidendone moltissimi e, pensando anche di aver catturato Dragut, lo decapitarono.

Purtroppo non era lui che invece riuscì a fuggire.

Nel 1552  Dragut Rais tornò a Palmi, per compire la sua vendetta, sbarcando sempre alla Marinella, portando morte e distruzione.

In località Acqualive per ricordare l’eccidio dei corsari turchi è  presente un quadro in legno ad opera del pittore Cicala.

L’edicola viene chiamata dai palmesi   “Madonneddha” per ricordare non solo la strage causata dai corsari, ma anche i moltissimi palmesi morti nella torre di San Francesco posti a guardia, secondo gli antichi fu l’intervento della Madonna del Carmine ad evitare che i turchi distruggessero tutta Palmi.

Un’altra graziosa edicola si trova proprio alla Marinella, dove una dolce Madonnina “guarda” con dolcezza il  mare,  mentre i gabbiani percorrono i sentieri infiniti del cielo.

L’arcipelago delle Eolie, l’Etna e lo Stromboli sul far della sera, ci fanno l’occhiolino.

In una delle antiche abitazioni della Marinella, da una finestra si  vede  una tenda danzare, sospinta dalla dolce brezza autunnale, la tenda ci narra una storia intrisa di magia e nobiltà, di albe e tramonti, di profumi e sapori, di amori vissuti e  di amori impossibili, di sogni naufragati  sul lago del tempo.

 

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