“C’era una volta” è una magica espressione che ci riporta all’infanzia, quando le nostre nonne ci facevano sognare, attraverso le fiabe popolari, che il grande Italo Calvino nel 1956 aveva raccolto(da tutte le regioni italiane) e pubblicato nel volume dal titolo “Fiabe italiane”.
Famose sono poi le fiabe di Charles Perrault , Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Pollicino, La bella addormentata nel Bosco e Il Gatto con gli Stivali; le fiabe dei fratelli Grimm e quelle di Hans Christian Andersen.
Secondo Guido Petter, psicologo e psicopedagogista, raccontare fiabe ai bambini dovrebbe essere un elemento spontaneo per genitori, fratelli, insegnanti e nonni, fondamentale nella loro educazione.
Ebbene qualche giorno fa “ho incontrato” una bellissima fiaba : una delle Fiabe Clandestine di Vincenzo Filardo, dal titolo “Il Regno dell’Individualità”.
Questa fiaba tocca la sfera reale della conoscenza e riassume il viaggio dell’umanità verso la conquista del suo posto nell’universo.
L’emozione che si prova nell’ascoltarla, ci porta a riscoprire “l’oltre” che si trova nascosto in ognuno di noi.
Come tutte le fiabe inizia con “C’era una volta” e narra di un re che viveva in un bellissimo regno ma non aveva figli. Un giorno il re chiama i suoi consiglieri, per scegliere tra i giovani del reame, quello che sarebbe diventato il suo successore.
Il regno però, era troppo grande e la scelta si presentava difficile.
Un giorno bussa alla porta del castello una donna con in braccio un bellissimo bambino.
La donna era povera e il re che era molto buono, decide di accoglierla nel suo castello, affidando il bimbo a due nutrici.
Il re si affeziona subito al bambino e decide che alla sua morte, sarebbe stato lui il suo successore.
Il tempo passa e il bambino cresce e per poter diventare re, affronta delle prove, superandole brillantemente.
Prove che rappresentano la nostra lotta per la conquista dell’individualità.
Il re rappresenta il cuore dell’uomo, la madre la coscienza, il grande bosco con i suoi alberi rappresenta, invece, la segreta immagine di una nuova e luminosa convivenza civile.
In un mondo come l’attuale dilaniato dall’odio, dalle guerre, dagli individualismi la fiaba di Vincenzo Filardo dona speranza, è un balsamo per l’anima, è pura poesia che “cura i tratti fragili, è linguaggio della natura, è ossimoro che cura” .
VIncenzo Filardo è ingegnere e nel corso della sua carriera ha ricoperto diversi ruoli importanti, scrive per passione.
Autore di numerosi saggi e pubblicazioni scientifiche nel campo della pianificazione e progettazione di reti e di servizi di trasporto pubblico.
Giornalista pubblicista. Collabora con riviste e quotidiani locali.
Ha pubblicato testi di poesie e di fiabe per ragazzi.
Per ascoltare la fiaba: https://youtu.be/x4IwT8NoVkc
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