Nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, la scrittrice Dacia Maraini con “Caro Pier Paolo” Edito da Neri Pozza, dedica all’amico un libro pieno di ricordi, di esperienze, di idee, in forma di lettere aperte, senza data, perché non c’è tempo che possa scandire quei preziosi ricordi che, ancora pieni di vita, “saltano come cavallette.
La meravigliosa scrittrice Dacia Maraini, in un primo tempo, aveva rifiutato la proposta di Roberto Cotroneo di scrivere un libro di ricordi sulla sua amicizia con Pasolini; in seguito però, qualcosa è cambiato perché Pasolini è tornato a farle visita in sogno, dialogando con lei e portandola a rivedere momenti vissuti insieme, soprattutto nei loro viaggi insieme ad Alberto Moravia e a volte anche Maria Callas, segretamente innamorata di Pasolini.
Un fiume di ricordi e pensieri emergono dalle pagine del libro: entriamo nella loro casa comune di Sabaudia e partecipiamo ai pasti obbligatoriamente sobri di Pier Paolo a causa di un’ ulcera che lo faceva soffrire e alle loro discussioni sul capitalismo e la borghesia; viaggiamo poi in vari paesi dell’Africa dove la scrittrice e Pasolini hanno imparato a convivere, tra capanne poverissime e paesaggi mozzafiato.
Ricordi che tornano a vivere tra odori e profumi, parole e silenzi, trasmettendo dolcemente una nostalgia per un passato che non ritornerà.
Ripercorriamo anche lo Yemen tra avventure e grandi prove di adattamento, per poi ritornare a Roma.
Leggendo le lettere si delineano anche aspetti del carattere di Pasolini: la sua capacità di provocare (“eri bravissimo a suscitare collere, irritazioni e reazioni rabbiose. Eri contento quando riuscivi ad accendere furie viscerali e urgenti voglie di vendetta”, p. 17); l’approccio schietto alla vita (“La tua sincerità era così aspra e nuda che veniva da proteggerti”, p. 42); la solitudine di uomo “solo e disperato, come un cane scheletrico abbandonato nella periferia di una grande città” (p. 59); il suo amore assoluto e fagocitante per la madre Susanna, l’amicizia profonda che lo legava a Elsa Morante; la sua passione per il pallone; l’odio per la borghesia e il capitalismo; le discussioni sull’aborto; le tante collaborazioni teatrali; ma anche gli aspetti più irrisolti del suo passato inquieto; fino alla sua morte violenta, per mano di uno o più assassini.
Tante sono le ombre che ancora avvolgono la figura di Pasolini e Dacia Maraini ha il merito, con questo libro, di lasciarci un ritratto pieno di intimità e discrezione e il racconto di una grande e meravigliosa amicizia che continua al di là dello spazio e del tempo.
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