Una cerimonia sobria per coronare la conclusione del primo ciclo di una preziosa occasione di formazione che ha visto protagonisti le ragazze e i ragazzi del Liceo Scientifico “M. Guerrisi” di Cittanova, quella che si è svolta ieri nell’aula magna dell’Istituto, alla presenza del coordinatore didattico dottor Arcangelo Padovano, e del dottor Domenico Tromba, referente nazionale del percorso biomedico. Per riconoscere la perseveranza e l’impegno di chi ha frequentato il percorso di potenziamento-orientamento “Biologia con curvatura biomedica”, attivato quest’anno grazie alla tenacia della dirigente scolastica, dott.ssa Clelia Bruzzì, e alla disponibilità da parte dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Reggio Calabria. Volto a favorire l’acquisizione di competenze in campo biologico, con particolare attenzione a pratiche didattiche attente alla dimensione laboratoriale, il corso ha contribuito a orientare ragazze e ragazzi che nutrono un particolare interesse per la prosecuzione degli studi in ambito sanitario. Un’esperienza che ha messo insieme scuola e mondo delle professioni, nella convinzione «che solo attraverso la sinergia con le istituzioni e il territorio, la scuola possa crescere insieme all’intera comunità», come ha sottolineato la dirigente Bruzzì nei suoi ringraziamenti, rivolti agli specialisti, ai soggetti ospitanti, alla vicepresidente della Giunta regionale Giuseppina Princi e al dottor Pasquale Veneziano, presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia reggina. Un lavoro che ha coinvolto anche docenti del Liceo, soprattutto Maria Grazia Martino, referente del percorso all’interno dell’Istituto, affiancata da Manuela Cosentino e Domenico Curinga. E con uno sguardo particolare ai ragazzi, «che hanno saputo affrontare le difficoltà nell’ottica generale di una crescita», considerando sempre «il “Guerrisi” e i nostri licei realtà qualificanti per l’intera comunità», nelle parole del sindaco Francesco Cosentino. Dopo una fase teorica, con lezioni in presenza e a distanza, ai corsisti si è prospettata l’opportunità di poter svolgere un’ esperienza presso centri specializzati nelle materie sanitarie. Il tirocinio ha previsto lo svolgimento di dieci ore per anno scolastico per un totale di cinquanta ore annuali, di cui venti tenute dai docenti di scienze e venti dai medici indicati, ed è stato organizzato grazie alla collaborazione tra il liceo e varie strutture sanitarie, pubbliche e private, nei comuni di Polistena, Taurianova e Cittanova. Studentesse e studenti del biomedico, raccolti in vari gruppi, hanno avuto la possibilità di approcciarsi a diversi ambiti: medicina di base e primo soccorso, ortopedia presso centri specializzati e chimica in laboratori e centri d’analisi del territorio. Un’opportunità che assume una valenza precisa se si considera la carenza organica di medici, nelle riflessioni dei dottori Roberto Zappone, Giovanni Cavaliere e nell’analisi del dottor Giovanni Calogero, impegnato in prima linea nella realtà cittanovese durante la pandemia. Soddisfatti anche il dottor Arcangelo Padovano e il dottor Domenico Tromba, che ha ribadito «l’onore e il piacere di portare avanti questo percorso», soprattutto se, in uno sguardo d’insieme, «si considerano le quattro scuole della Provincia di Reggio Calabria che fanno biomedicina con ragazzi entusiasti di sperimentare l’attitudine nei confronti delle facoltà scientifiche». Al centro, gli studenti, che hanno tirato le somme di un lavoro ricco di conoscenza e soddisfazioni. Per Francesco Parrone e Sofia Spataro, di 3ªE, è stata un’esperienza positiva, «impegnativa ma stimolante, che ci ha spinto a fare sempre meglio. Soprattutto il tirocinio, grazie al quale ci siamo potuti misurare sul campo. Al laboratorio di analisi “Cavaliere” abbiamo monitorato al microscopio gli organismi, abbiamo vissuto la dimensione dell’ospedale di Taurianova e Polistena. A Taurianova abbiamo imparato a praticare il massaggio cardiaco». La loro compagna, Sofia Candiloro, aggiunge che all’ospedale di Polistena, con un infermiere, «abbiamo capito, tra le altre cose, quanto sia necessario avere un approccio umano con i pazienti». Camilla Ammendolia, di 3ªC, con il suo sguardo e le sue parole racconta di un nuovo bagaglio, di cui fa tesoro: «È come se fossimo stati proiettati nel mondo degli adulti, verso nuovi orizzonti. Capisci veramente se è questa la tua strada».