Per ricordare il 50° anniversario della scoperta della “Cava romana” da parte dell’archeologo Achille Solano, scende in campo il Touring club italiano. Dopo aver “adottato” il sito come area di interesse culturale, si sta muovendo per ricordare l’evento e stimolare le iniziative idonee a riaccendere i riflettori su un patrimonio culturale, che, pur avendo sin dal primo momento destato vasto interesse, continua a giacere sotto sterpi e rovi. Per i visitatori, infatti, l’accesso è praticamente impossibile. Il compianto archeologo Achille Solano, nell’estate del 1972, lavorò qualche settimana per esplorare la fascia costiera sottostante la stazione ferroviaria di Nicotera. Dai suoi studi erano emersi elementi e testimonianze che gli facevano ipotizzare l’esistenza di un’area di possibile interesse storico. Aiutato dai volontari che si muovevano numerosi al suo fianco, dopo una ventina di giorni di scavi in località “Agnone”, <individuò e portò alla luce – sottolinea Giovanni Bianco, console del Tci – un sito archeologico, “Cava romana”, attiva dal I al IV secolo d. C., dove si lavorava il granito>. L’area sorge su un’area di circa duemila mq sulla quale si trovano ancora oggi manufatti in granito di ogni tipo. Nella sua relazione, Solano spiegava anche che <il porto sottostante alla cava permetteva il trasporto dei manufatti saldamente legati e fatti scivolare lungo il pendio per essere imbarcati sulle “naves marmorum”>.
In sostanza, <un’area di grande rilievo storico-antropologico per capire – rimarca Giovanni Bianco — anche le tecniche poste in essere dall’uomo e che si sono sviluppate in tempi non certamente facili per gli scalpellini>, ma anche area di rilevante interesse storico <se inserita, per come merita ed è, nel perimetro della città magno-greca Medma, sub colonia di Locri, e contestualizzata tra Hipponion e Metauros, come ci viene indicato dal geografo Strabone, e, per arrivare “più vicino” a noi, da François Lenormant>. L’intera area della Cava, nel 2011, era stata ripulita dai volontari dell’associazione “Nicotera nostra” e tutti i manufatti erano tornati alla luce per la gioia di visitatori, studiosi e residenti. Impreviste difficoltà rendevano, però, impossibile l’accesso e il sito finiva nuovamente nelle grinfie della folta vegetazione mediterranea per non più riemergere. <Fortunatamente – rileva il console del Tci – l’attuale amministrazione comunale ha già avviato l’iter per l’acquisizione dell’intero terreno dove insistono i manufatti della cava romana e poter valorizzare questo dono gratuito che la storia dell’uomo ci ha consegnato>. Bianco preannuncia anche l’avvio di contatti con l’università di Catania, che si sta occupando del granito di Parghelia , <al fine di aggregare – conclude – anche Nicotera nella campagna di studi in atto>.
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