Lungo il complicato percorso che, alla guida di “Unione popolare”, lo dovrà ricollocare sul palcoscenico della politica nazionale, l’unico suo alleato dovrà essere il popolo. Nessun accordo con una sinistra <afflitta dalla sindrome dell’orgasmo della sconfitta>, nessuna intesa con i “saltimbanchi” che badano alle poltrone e non alla soluzione dei problemi. Solo e soltanto la genuina e leale forza della gente tra cui non ci sono “i giuda”; quelli, i traditori, non si annidano nella massa popolare, bensì nelle istituzioni. Nello stupendo scenario di Largo Roberto il Guiscardo, Luigi De Magistris parla ai suoi sostenitori senza giri di parole. Abilmente sollecitato dal giornalista Totò Ricottilli, moderatore dell’incontro, riavvolge il filo della sua vita e torna alla sua esperienza di magistrato riportando alla memoria, in particolare, l’inchiesta “Why Not”, lo scontro con i poteri forti e la sua cacciata dalla Calabria per il probabile intervento di chi allora presiedeva la massima carica repubblicana.
Contro di lui, quindi, “proiettili istituzionali” che ponevano fine alla sua carriera di magistrato e, nello stesso tempo, lo proiettavano nel circuito della politica. Un mondo nuovo che lo vedeva subito protagonista e lo spingeva sino al parlamento europeo in virtù di un percorso <senza paracadute> costruito attraverso un rapporto leale con la gente. Un rapporto sul quale riusciva a costruire il “miracolo” che lo portava per dieci alla guida di Napoli avendo contro tutto l’arco costituzionale. “Un’esperienza vera, con l’umanità al potere> recentemente trasferita nel libro “Attraverso Napoli” presentato, nell’occasione, al pubblico con gli interventi di Emanuela Spataro, referente locale di “Dema”, Nicola Di Bella, Michele Acconia, sindaco di Cinquefrondi, e Domenico Marino.